Primo Documento  Roma 10 Gennaio 2017  


PROGETTO:               -   VEDERE IL FUTURO   -

di Giovanni Carbone  ( Roma )     (giovanni-2010@alice.it)


 L'IMMAGINE   RAPPRESENTA   IL    PROGETTO

- PER  UNA  VERA  TERZA  REPUBBLICA -

- Le pietre in basso alla collina, sono le macerie dell’attuale sistema politico creato dai partiti
- La collina  è  la necessità  di salire in cima,  per abbandonare il vecchio modello di società e andare alla ricerca del                                                                                         punto di osservazione migliore.
- L’orizzonte è senza murisenza confini e senza barriere ideologiche.
- Il bagliore che illumina, è il progetto per una nuova TERZA REPUBBLICA
- Le onde del mare  che circondano la collina,  è la  difficoltà di navigazione per raggiungere il bagliore per la nuova                                                                                TERZA REPUBBLICA.
- Lazzurro del cielo e le nuvole, è il sereno dopo la tempesta.
- L’uomo con la sua memoria storica rappresenta la generazione del passato.
- Il bambino che si affaccia alla vita, rappresenta le nuove generazioni.


L’uomo senza le armi di distruzione, armato solo della sua memoria storica acquisita
con  l’esperienza  della vita, afferra per mano il bambino, lo libera dalle macerie,
lo rasserena e lo accompagna a vedere il bagliore che illumina il suo futuro.





RIFLESSIONE PER UN PROGETTO POLITICO ISTITUZIONALE

- DEMOCRAZIA;  UNITA’;  LEGALITA’;  LAVORO; -

- PER  UNA  VERA  TERZA  REPUBBLICA -

Visto il momento storico, con tutta la problematica caotica della situazione politica conflittuale tra partiti in contrapposizione tra loro che penalizza l’unità, condizione fondamentale per il Paese per la stabilità, pertanto occorre affermare due principi fondamentali delle Istituzioni che è la base della politica e dell’economia per una convivenza civile:

Democrazia:  consolidare la DEMOCRAZIA   PROGRESSIVA  prevedendo la
Democrazia Rappresentativa nelle  -Istituzioni-  
integrata  con la
Democrazia Partecipata sul -Territorio-.

Unità:   determinare gli atti politici Istituzionali necessari per ottenere la massima unità del Paese, al fine di raggiungere la comunità d’intenti tra cittadini per la stabilità politica.

Il documento si propone di offrire un contributo a riflettere sul nostro futuro valutando le questioni politico-economiche imposte in questi anni, non solo nel nostro paese, ma anche nel mondo: della distribuzione della ricchezza, dei problemi del lavoro, dei mercati finanziari, della globalizzazione economica, della condizione sociale dei cittadini, dell’ambiente e i rapporti con l’Unione Europea a cui facciamo parte.

Anche se vi è separazione tra il ruolo delle imprese che producono economia e le Istituzioni che regolano la vita sociale dei cittadini, di fatto quello che emerge è la correlazione tra economia e politica.

Quindi chi produce economia deve far fronte quotidianamente con il mercato, mentre le Istituzioni debbono programmare la politica per dare prospettiva, stabilità ed efficienza dell’apparato pubblico.

Pertanto è fondamentale avere a  disposizione una proposta per l’interesse del Paese, come base di valutazione e discussione concentrando l’attenzione selle Istituzioni che sono la base della politica e dell’economia per una convivenza civile:

  CRONOLOGIA DEGLI ATTI ISTITUZIONALI STORICI DEL NOSTRO PAESE .
Per affermare
-DEMOCRAZIA,  UNITÀ,  STABILITÀ -

l’Italia, dopo il disastro della grande guerra, liberata dal fascismo e dal nazismo, trovò l’energie per riorganizzarsi nelle Istituzioni e nell’economia.

A): Il 3 giugno 1944, con il Patto di Roma il sindacato fu ricostituito unitariamente su tutto il territorio nazionale,.
B): il 2 e 3 giugno 1946 fu indetto il Referendum Istituzionale per decidere la forma di governo, Monarchia o Repubblica, con la vittoria della Repubblica, questa scelta è stata la prima Rivoluzione Democratica.
C): in data 27 dicembre 1947 con la firma di Enrico De Nicola, Umberto Terracini, Alcide De Gasperi e Giuseppe Grassi fu approvata la COSTITUZIONE ITALIANA 
D): dal 14 luglio 1946, con il grande interesse dell’Unità Nazionale si avviò il primo Governo della Repubblica Italiana, presieduto da De Gasperi formato da tutti i partiti dell’arco costituzionale, escluso ovviamente il MSI per legami ideologici con la storia del fascismo.

Dopo questo avvio di Unità Nazionale, i grandi interessi del capitalismo internazionale e nazionale hanno sedotto e tentato la Democrazia Cristiana -di allora- per interrompere lo spirito patriottico unitario, cioè (divide et impera), di fatto:

1)   Maggio 1947 (dopo appena 10 mesi) la Dc fece l’operazione di rottura dell’Unità Nazionale con De Gasperi, che aprì la crisi di governo per formare un nuovo esecutivo, sbattendo PCI e PSI all’opposizione, determinando di fatto la fine dell’Unità Nazionale e l’inizio del Centralismo a guida DC, 

2)   A seguito della rottura dell’Unità Nazionale, sul fronte sindacale, nel 1948, vi fu la SCISSIONE  promossa dai sindacalisti cattolici della Democrazia Cristiana, con la nascita della CISL (DC) e, successivamente, della UIL (PSI-PRI-PSDI-PLI).

E): Nel 1948 con il congresso dell’Aia in una visione di prospettiva, Antonio Spinelli -considerato padre fondatore-, ha avviato il lungo cammino dell’Unione Europea, ad oggi ne fanno parte 28 Paesi.
Tuttavia dopo questo periodo storico di interesse Nazionale, in questo ultimo trentennio si registra: 


I GOVERNI
Dopo la rottura di Unità Nazionale del 1947, i governi si sono succeduti con alleanze diverse tra  maggioranza e minoranza  avviando in questo modo la contrapposizione tra i partiti durata fino ai nostri giorni, anziché usare la contrapposizione dialettica di idee per la massima unità, quale principio fondamentale della democrazia.

La destra, (eccetto una breve fase politica) con alleanze diverse ha sempre governato, con risultati diversificati  a secondo dei momenti storici;      
La sinistra nel breve periodo di governo non ha dimostrato di essere alternativa alla destra, non è stata capace di affermarsi in modo unitario, ed ha disatteso le aspettative dei cittadini per l’interesse del paese;     
La novità del governo M5s-Lega, insediato dopo lunghe e evidenti peripezie ha dato vita a una nuova maggioranza con un contratto di governo come governo del cambiamento. Quindi un contratto sottoscritto tra le due formazioni politiche di orientamento contrapposto (non si comprende perché non 3 o 4 ecc. che sarebbe più democratico poiché contribuiscono più forze e idee), non per concretizzare i valori ma per soddisfare interessi di parte.  La potenza del contratto, nella pratica suscita preoccupazione, mettendo in evidenza la trappola elettorale con l’incoerenza tra le promesse elettorali e il contratto di governo;  inoltre la contraddizione tra la rigidità del contratto di governo e la pratica politica, in questo modo l’intesa legittima la sovranità dello Stato che impone le scelte autoritarie di un contratto sui tutti i cittadini, anche per coloro che non li hanno votati.

In sostanza, tutti i governi presentati sulla scena politica, nonostante l’alternanza, hanno dimostrato la stessa cultura di divisione del paese, senza dare stabilità politica, che è la condizione fondamentale per l’economia, questo ha fatto emergere e evidenziare la crisi del Sistema Istituzionale, Partiti, Parlamento, Governo.

I PARTITI

La Sinistra: Dopo la Bolognina vi è stata una continua rincorsa affannata della sinistra nella ricerca della Stella polare della Sinistra, per una  nuova identità di sinistra  mai più trovata: DSPDSRifondazione Comunista,  Circoli Culturali della Sinistra,  Comunisti Italiani,   PCL Partito Comunista dei LavoratoriUlivoPSI, SELSI,   PD, poi l’esplorazione all’interno del PD (per circa un anno) di Fabrizio Barca, con il suo documento “Un partito nuovo per un buon governo” rimasta lettera morta, inoltre alcuni esponenti che hanno abbandonato  il PD fondatori del movimento Futuro a Sinistra, -Possibile con (Civati), LeU (Liberi e Uguali), e per ultimo PaP (Potere al Popolo), probabilmente  l’elenco non finisce qui.

La destra, attorno all’illusione berlusconiana, si sono avvicinati e poi allontanati  movimenti politici diversissimi, alcuni ispirati a modelli liberali (e liberisti), altri provenienti dalla destra sociale, poi se ne sono distinti, altri ancora ispirati al populismo e alla xenofobia,  con diverse formazioni, Alleanza Nazionale,  Fronte della Gioventù,  Forza Italia,  Popolo della libertà,  Lega (Lega Nord),  Nuovo Centro Destra,  Fratelli D’Italia,  La Destra (Storace),  Forza Nuova, CasaPound (ovviamente chi più ne ha, più ne metta).

Altre formazioni di altro orientamento si sono mosse con alterne fortune nell’agone politico: Radicali,  la Margherita,  Italia dei Valori,  Verdi,  Rivoluzione Civile, sicuramente ne seguiranno altri.

M5s, il duo Grillo/Casaleggio, che ha dato vita a un’organizzazione politica come antisistema, di conseguenza e per coerenza, evitare qualsiasi alleanza con altri orientamenti politici, inoltre, dichiarandosi di essere contro l’Unione Europea e contro Euro. Tuttavia nel corso dell’attività politica del M5S, hanno più volte sconfessato le proprie posizioni da quelle iniziali, sicuramente con altre che verranno. 

Ebbene, di tutte queste formazioni, alcune sono fallite, altre circoscritte in piccoli gruppi; Restano vivi: il PD, diviso e smarrito; La Sinistra con continue divisioni, non riesce a definire una sua identità; La Lega (Lega Nord), ormai orfana di qualunque modello istituzionale o federale, fonda il proprio consenso sull’odiola paura ed il populismo, senza alcun progetto politico sensato; Forza Italia è fortemente ridimensionata ed incapace di aggregare consenso su un modello politico: Il M5S, alla prova dei fatti, non sembra riuscire ad andare oltre i suoi slogan e le enunciazioni, dimostrato dai risultati deludenti nelle realtà da loro amministrate, (Roma in particolare).

Cambi e ricambi(Governipartiti e politici) che altro dobbiamo aspettarci o sperare???  
Tutte queste organizzazioni con le loro distinzioni, nei fatti, hanno dimostrato di essere tutti ugualmente incapaci di risolvere i problemi del Paese e determinare la stabilità politica, portandolo invece alla deriva senza il timone.

La realtà è, che abbiamo perso tutti i riferimenti politici, purtroppo, la ribellione della pancia fa perdere di vista il vero problema, mi riferisco alla gente comune, ma la generazione del glorioso passato con la loro memoria storica, possibile che non esprima una realtà che sappia trovare un nuovo orientamento? Ma se sono in difficoltà le generazioni del passato, figuriamoci le prossime generazioni che non hanno più memoria storica che li sostiene! Che futuro lasciamo ai nostri figli e nipoti, in balia di questi politici che ci bombardano in TV con bugie e falsità, per mantenere la loro sete di potere, forti della nostra complicità, poiché li abbiamo votati e continuiamo ad accettarli e a votarli pensando di scegliere “il meno peggio”, ma così facendo, permettendo solo al “peggio” di affermarsi!!!!

È stato tolto lo strumento della partecipazione alla vita politica -DEMOCRAZIA-, mi riferisco alle sezioni del passato di tutti i partiti e dei comitati di quartiere rappresentativi dei vari orientamenti politici impegnati sul territorio, luoghi in cui si discuteva anche animatamente, ma dove si costruiva la formazione politica della gente.
Il nostro paese è passato da una società contadina ad una società industrializzata, con incremento della ricchezza attraverso la produzione ed il profitto. In questa fase siamo in presenza di ulteriore trasformazione della produzione con l’introduzione dell’informatica e la finanziarizzazione dell’economia attraverso le banche ed il sistema finanziario internazionale, questo ha dato impulso all’economia, ma ha  creato anche bolle e spregiudicate azioni speculative, che hanno consentito l’arricchimento di pochi a scapito della sicurezza economica e sociale di molti.

Non abbiamo più riferimenti politici, sono venute meno le certezze, nelle discussioni politiche siamo diventati (in termini calcistici) tifosi del Si o del Nodi sinistra o di destra, ecc. come in uno stadio con le varie tifoserie che urlano per concorrere al risultato calcistico, ma i protagonisti principali che determinano realmente il risultato sono i giocatori e l’arbitro, (in alcuni casi anche da fenomeni esterni per interessi personali). Quindi                                                            tutti i tifosi ritengono di avere ragione, alla fine, quello che conta, chi ha determinato il risultato calcistico. Mentre in politica, non è semplice come nel calcio, in mancanza di un progetto, tutti ritengono di avere ragione (come le tifoserie), in quanto nessuno può riscontrare la coerenza dei fatti rispetto ad un ipotetico programma politico , vale a dire al risultato finale.

Sono anni che siamo in presenza di una crisi economica strisciante, e i nostri politici non dichiarano la verità, hanno preso decisioni che hanno reso la vita e la società sempre più difficile con la “politica del carciofo” e spesso usando ad arte il depistaggio politico per far perdere di vista la realtà.

Alcuni passaggi eclatanti della politica del carciofo

A)   Governo Craxi, con il taglio dei 4 punti di contingenza 14 Feb 1984 e successivamente abolito il 31 luglio 1992 con il governo Amato, hanno motivato queste due scelte come occasione per aiutare i giovani nell’inserimento del lavoro (Falso). Di fatto la contingenza è sparita e i giovani hanno avuto maggiore difficoltà per inserirsi nel mondo del lavoro.
B)   Con il pacchetto Treu del 1997 (Governo Prodi e successivo Governo D’Alema –sinistra-) è stato introdotto il famoso contratto Co. Co. Co., con la motivazione di rendere flessibile la contrattazione al fine di attirare investimenti stranieri (falso). In realtà oltre ai Co. Co. Co. sono intervenute altre forme peggiorative, partite IVAcontratti a progetto, per ultimo  (con la complicità del sistema Buoni INPS) il sistema di sfruttamento dei “Voucher” ed i “contratti a tutele crescente” dove la sanzione al licenziamento illegittimo è una mancetta senza riconoscimento alla dignità del lavoro (ma il lavoro non era il principio costituzionale su cui si fonda la nostra Repubblica?), con la motivazione, di rendere il  mercato del lavoro flessibile, al fine di avere più opportunità per l’occupazione dei giovani, (falso) .
C)   Ai pensionati, con la soppressione della perequazione automatica della pensione e dal 2012 la riduzione della pensione, è stato imposto ai padri di rinunciare parte della propria pensione in favore dei figli, (falso).
D)   E’ stato fatto digerire ai lavoratori la soppressione dell’art 18 dello Statuto dei Lavoratori, con il “proposito” di attirare investitori nel nostro paese (falso). In realtà lo scopo è stato quello di licenziare liberamente e quindi, di spaventare e scoraggiare i lavoratori a svolgere attività sindacale sul posto di lavoro, dato che, come detto, è stato cancellato il reintegro per licenziamento illegittimo (senza giusta causa o giustificato motivo)il vero scopo evidente è stato quello di far uscire il sindacato dal posto di lavoro, o peggio ancora di renderlo complice a discapito dei lavoratori.
E)   Negli anni 80/90 del secolo scorso le Associazioni imprenditoriali, hanno sostenuto per anni che la crisi produttiva delle imprese Italiane era dovuta dalla scarsa competitività a causa del costo del lavoro molto alto (falso). 

Nel Gennaio 2002, con l’entrata in vigore della moneta “Euro”, i salari e le pensioni sono stati attestati al valore di 1 € equiparato a 1.936 £, con il Governo Berlusconi dal 11/6/2001 al 20/5/2005, il settore del  commercio  abusando della complicità del governo per non aver vigilato (probabilmente voluto) ha equiparato 1€ a 1.000 £,  di fatto il costo del lavoro si è dimezzato.

Nonostante il dimezzamento, del costo del lavoro, favorito dall’abuso falsato del valore delle merci, il settore produttivo privato, continua a dichiararsi in crisi.

Continuano a raccontarci le falsità sulla crisi economica e produttiva, scaricando i costi su molti e concentrando su pochi la ricchezza. 

F)    Nel passato recente, la Confindustria, (l'associazionismo sindacale degli imprenditori) ed alcune forze politiche, hanno sostenuto con forza che la nostra economia era in crisi a causa della ancora troppa presente, influenza Statale.

Le privatizzazioni sono state auspicate per migliorare i servizi e per una maggior concorrenza nei mercati, per consentire sia una riduzione di prezzo degli stessi, sia per un miglioramento della qualità e della quantità disponibile sul mercato(falso).  

I sostenitori delle privatizzazioni, hanno lamentato per anni la mancanza di una cultura liberista sufficientemente sviluppata, tale da suscitare una decisa domanda di riforme, affidando l’economia al libero mercato più che allo Stato, un esempio fra tanti il regalo dell’Afa Romeo alla FIAT.

Le privatizzazioni in Italia sono iniziate a partire dagli anni 1990, favorite sia da governi di destra, sia da governi (presunti) di sinistra. In realtà tutto questo non ha fatto altro che aggravare ancor più la crisi tuttora in atto, evidenziando il fallimento del liberismo. E’ scomparsa ogni forma di politica industriale da parte dello Stato, con la conseguente delocalizzazione all’estero, da parte delle grandi imprese italiane.

Ultimata la stagione delle privatizzazioni, la Corte dei Conti con un documento del 10 febbraio 2010, ha pubblicato uno studio nel quale elabora la propria analisi sull'efficacia dei provvedimenti adottati. Il giudizio, che rimane neutrale, segnala sì un recupero di redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato; un recupero che, tuttavia, non è dovuto alla ricerca di maggiore efficienza, quanto piuttosto all'incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche, ecc. ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei. A questo aumento, inoltre, non avrebbe fatto seguito alcun progetto di investimento volto a migliorare i servizi offerti.

Le privatizzazioni sono state “motivate” anche dalla necessità di ridurre il debito pubblico (falso).

Mese/Anno        Debito pubblico  -Miliardi di €
 Avvio delle privatizzazioni     Giu.    1992                               799
Gen.   2000                            1.270
Nov.   2016                            2.229

G)  Con l’inizio della prima Repubblica, i Governi gestiti dalle forze politiche di destra (DC, PLI, PR, PSDI) hanno utilizzato la Pubblica Amministrazione per loro tornaconto politico.

Parte delle assunzioni nell’apparato pubblico sono state utilizzate a scopo clientelare, come serbatoio di voti, da incassare al momento delle elezioni, quale ringraziamento del posto ottenuto, o per lo sviluppo di carriera all’interno della struttura pubblica, (purtroppo con la complicità del sindacato CISL, UIL e negli ultimi trent’anni anche con la complicità della CGIL).

Quindi, la P.A. in questo modo, per volontà politica e per clientelismo, non poteva esprimere al meglio la capacità di offrire il servizio nell’interesse del cittadino, cioè un servizio pubblico adeguato ed efficiente.

Il paradosso della prima repubblica è stata la grande anomalia del nostro paese, i partiti di destra (DC, PRI, PL, PSDI) contrari all’iniziativa pubblica erano al governo e gestivano la P.A. rendendola inefficiente, mentre il PCI e PSI a favore dell’iniziativa pubblica erano all’opposizione.

Ebbene, “questa destra politica” ha cavalcato l’inefficienza della P.A.(per loro responsabilità) in forma anticomunista, nel far assimilare, all’opinione pubblica, l’inefficienza della P.A. con la cultura del PCI, poiché favorevole all’iniziativa pubblica e nei momenti elettorali, invitava l’elettorato a prendere le dovute distanze dal PCI, facendo credere, “in modo ingannevole”, che nel caso di un eventuale governo a guida Comunista, ci sarebbe stata l’inefficienza dello Stato!! Per interesse di parte, i cittadini stanno pagando seriamente in termini sociali, l’inefficienza dell'apparato Pubblico. 

Detto questo non voglio pensare che non vi è via d’uscita in questo paese. Nel passato nei momenti difficili,  l’Italia ha dimostrato di avere avuto grandi ricchezze culturali ed ideali, che hanno consentito sviluppo e progresso, basti pensare all’Umanesimo e al Rinascimento, periodi storici che definirei dal punto di vista culturale, Rivoluzionari. In sostanza la rivalutazione dell’essere umano che, in totale contrasto con il pensiero medievale, viene considerato il cardine dell’Universo.
Il centro propulsore dell’Umanesimo e del Rinascimento ha permesso di far emergere personaggi importanti, da Leonardo a Michelangelo per l’arte, Machiavelli  ed Ariosto nel campo letterario.

L’uomo al posto di Dio, dunque, capace di costruire da sé il proprio destino, di dominare la natura e di rendersi protagonista della storia senza dover ricorrere all’intercessione divina, viene così ad essere un inno alla libertà, una libertà che trova origine dall’uguaglianza.

Questo occorre oggi riferito ai partiti. Quindi, pensare in modo aperto, fuori dagli schemi tradizionali per liberare l’uomo dai vincoli dei partiti, purtroppo, in mancanza di un progetto e di memoria storica, proliferano i populisti e gli egoismi personali.   
La democrazia nel nostro paese è bloccata dal sistema
elettorale che non permette liberare l'uomo
dai vincoli dei partiti.

Prima della legge elettorale Rosatellum (Legge per MANIPOLARE  IL  CONSENSO), per lungo tempo ogni partito (compreso il M5S) era teso a risolvere l’atroce dilemma, se fare prima la legge elettorale per condizionare un determinato risultato, o fare prima le elezioni (battere il ferro adesso che è caldo) nella speranza di stravolgere l’equilibrio elettorale, tutti alla ricerca di una forma per garantirsi il potere, anziché tutelare gli interessi del Paese. 
  
Il Parlamento è stato impegnato per anni per sciogliere il dilemma (nella forma metaforica) “chi è nato prima, l’uovo, o la gallina”, e non per i problemi economici e sociali dei cittadini,quali:
occupazione,  povertà,  servizi pubblici in disfacimento,  giovani,  imprese,  territorio  ecc.

Equivale a dire “prenotiamo il biglietto del treno, poi decidiamo, dove andare a fare la gita; Ma se poi decidiamo di andare in America a che serve la prenotazione del treno? Per andare in America occorre l’aereo o la nave nel caso di una crociera. 

Quindi per l’interesse dell’Italia, bisognava stabilire prima, quale futuro vogliamo per il nostro paese, poi adeguare lo strumento elettorale per raggiungere tale progetto.

Comunque nel bene e nel male il Rosatellum, (utilizzata per MANIPOLARE IL CONSENSO)  è Legge per voto di fiducia, quindi sembrerebbe dire abbiamo risolto il problema, invece NO!!! solo per gli interessi dei partiti.

In effetti, occorre prendere atto che il SISTEMA ISTITUZIONALE in vigore, determina, di fatto  QUATTRO  FATTORI fondamentali:

PRIMO, il numero dei partiti (giusto per la democrazia) presenti in Parlamento, oltre lo sbarramento al 3% ma INCONCEPIBILE poiché bisogna stare dentro questo sistema economico unico Liberal-Capitalista.
    
SECONDO, per la “formazione di governo” occorre raggiungere il 51% (in virtù della manipolazione del consenso basta il 40% + il premio di maggioranza  -meritato premio di che!!!!!-).
    
TERZOGrande contraddizione, durante l'attività politica le formazioni politiche si dividono, poi durante le elezioni per formare un’alleanza (o patto) di governo, che arrivi al 51%,  vanno alla ricerca di unirsi con accordi elettorali (per garantirsi spazi di potere), anche con visioni politiche e posizioni diverse tra loro, altrimenti non vi era motivo di essere separati.

QUARTO, i piccoli partiti necessari per determinare la coalizione di governo, esercitano pressioni ricattatorie per ottenere spazi politici e poltrone, (vedi Alfano).

Il sistema così concepito determina il BLOCCO ISTITUZIONALE a danno della democrazia rappresentativa.

Quindi, durante la vita dei partiti, per dissidenza politica al loro interno, si dividono, poi alle elezioni si uniscono necessariamente per fare un blocco elettorale. Dopo il risultato elettorale se nessuno dei blocchi raggiunge il 40%, si tenta di trovare un ulteriore accordo per formare un’alleanza di governo con altri partiti, con la contraddizione che durante la campagna elettorale sono stati in competizione tra loro. In pratica, i partiti più piccoli giocano un ruolo determinanti per raggiungere il 51% ovviamente in cambio accordi in forma ricattatoria per ottenere poltrone e altro. Non è escluso che nessun dei gruppi riesca a formare il 51%, in questo caso si dovrebbero rifare le elezioni, per scongiurare quest’assurdità, i partiti dopo lunghe trattative ricattatorie faranno ulteriori accordi politici sempre più, a basso livello.  Di fatto, un partito con il 3% che decide di fare parte della maggioranza partecipa al 100% del potere, mentre un partito che non fa parte della maggioranza e ottiene il 30% è fuori dal governo. 
  
Ma che ci vuole a capire che occorre decidere prima la meta e poi stabilire il mezzo per arrivarci.

Occorre avere la consapevolezza della difficoltà di un percorso del genere:

1)  I partiti non sono disponibili a cambiare, in quanto non consentono mettere in discussione la propria formazione politica in forma di fortino sul quale sventola su ogni fortino la stessa bandiera del Capitalismo.

2)  La mancanza di ideali ha determinato una trasformazione sociale del Paese, con forme d’individualismo e di egoismo. Pertanto è venuto meno il contributo anche volontario delle persone che provengono dalla cultura (come nel passato) diffidenti e non stimolati dalla politica.

Nel passato il PCI, quale soggetto politico, con una sua visione ideale e di progetto ha avuto una grande capacità di attrazione, intrecciando l’ideologia Socialista/Comunista con la pratica politica quotidiana collegato con il territorio  (progetto e strumento). Molti esponenti della cultura erano vicini al PCI e negli anni 70, con a capo Enrico Berlinguer il partito conobbe la sua massima espansione. La democrazia si èra ampliata a ragnatela, con la partecipazione della gente nelle varie strutture, (Sezioni, comitati di quartiere, consigli di classe, sul posto di lavoro, ecc.), quindi maggiore cultura e democrazia.

Purtroppo, le prossime generazioni, a differenza da quelle del passato, non essendo supportate dalla memoria storica saranno abbandonate a loro destino individuale. 

Sistemi economici mondiale nel secolo passato

All’inizio del secolo scorso in sostanza vi erano due forme economiche alternative che si fronteggiavano le quali regolavano la vita dei popoli.
-Quella del modello Liberal/Capitalista nella gran parte del pianeta con le dovute differenze strutturali.
-Quella del modello del Socialismo reale in Unione Sovietica che fu la prima nazione a basare la sua economia sui principi del socialismo in cui lo Stato possedeva i mezzi di produzione e l'agricoltura era collettivizzata basata su un sistema di economia pianificata.

-Nella seconda metà del secolo scorso l’Italia ha percorso una terza forma alternativa dell’economia, cioè, al sistema economico capitalistico integrare e far convivere strutture produttive Statali di interesse comune e nazionale.

Poiché il sistema capitalistico non accetta la presenza dello Stato nell’economia ne tantomeno controlli Statali che controllano la produzione, -ma pretendono che lo Stato intervenga in particolari situazione di crisi economica e finanziaria-, a distanza di anni, dal 1992 l’Italia ha avviato processi di privatizzazione generalizzata, togliendo allo Stato ogni forma di regolamentazione equilibrata dell’economia.

Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, cioè il Socialismo reale si è interrotta la fase sperimentale economica alternativa al Capitalismo, di conseguenza anche l’attuale “socialismo di mercato” della Cina ha dovuto modificare il suo modello economico regolando per legge la proprietà privata, avviando così una forma di capitalismo di Stato.
     
In effetti il mondo vive con unica forma economica di tipo Liberlal/capitalistico incontrastato da modelli alternativi. Di fatto per la sopravvivenza dello stesso sistema capitalista,  oggi si sviluppa con l’acutizzarsi delle contraddizioni: -lo sviluppo del modo di produzione capitalistico genera la distruzione degli eco-sistemi naturali; -ampliamento della differenza di classe (vocabolo in disuso, ma esistente) borghesia contro il proletariato; -contrapposizioni fra Stati dello stesso sistema economico capitalistico, cioè l’imperialismo contro paesi e popoli oppressi, una nazione può essere interessata a far scoppiare un conflitto locale per impossessarsi delle risorse per poi dimostrare la sua forza economica; il capitalismo occidentale è interessato a  smantellamento progressivamente lo Stato sociale.
Tutto questo determina le principali contraddizioni non soltanto a livello mondiale, ma anche all’interno della propria Nazione.

Altro elemento che rafforza il Capitalismo è la cosiddetta globalizzazione, che presenta due aspetti:

uno positivo, la mondializzazione dell’economia, cioè il libero scambio, come fattore di progresso universale;
l’altro negativo, per l’imposizione da parte della finanziarizzazione del capitale finanziario canalizzato per lo sviluppo economico finalizzato a raggiungere il maggior profitto attraverso le grandi multinazionali.

Nel mondo sono avvenuti grandi cambiamenti storici

Con la “Rivoluzione d’Ottobre”, l’Unione Sovietica attraverso lo Statalismo ha dimostrato che può esistere un sistema economico alternativo a quello capitalistico. Nonostante ciò, l’Unione Sovietica non viene distrutta dai suoi nemici (gli USA, il Papa polacco, i dissidenti …), ma per implosione, in quanto l’uomo, prigioniero del suo sistema politico, ha determinato il fallimento, nonostante Gorbaciov del 1985 annunciò che l'economia sovietica era stagnante e che era necessaria una riorganizzazione, che furono: uskoréniye (accelerazione), ma poi  glásnost (liberalizzazione, apertura, trasparenza), e perestroika  (ricostruzione).
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La Repubblica Popolare Cinese alla sua fondazione era uno Stato socialista con un'economia pianificata, votato alla realizzazione del socialismo reale. Nella seconda metà del Novecento si afferma una linea economica che inizialmente segue il modello sovietico e poi tenta un percorso alternativo che porterà al disastro.  Dopo le molteplici carestie, nel paese, si afferma Deng Xiaoping, che riorganizza l'economia cinese, favorendo il riconoscimento costituzionale della proprietà privata e l'apertura del mercato a investimenti esteri. Nel 1978 la Cina è diventata l'economia dalla crescita più rapida al mondo. A partire dal 2013 è la seconda economia più grande al mondo. In sostanza si è affermata una forma di capitalismo di Stato; Detto semplicemente, le politiche sono gestite dallo Stato, lasciando libero l’uomo di organizzarsi, con forme capitalistiche con tutte le conseguenze e contraddizioni che ne conseguono.

La dissoluzione dell’Unione Sovietica del 1991, e il nuovo corso politico ed economico della Repubblica Popolare Cinese, il mondo si è trasformato da economia  "bipolare" a "unipolare" liberal-capitalista in una economia globalizzata.

Dopo la seconda guerra mondiale l’Europa Occidentale ha avuto una fase economica e sociale di grande interesse che ha permesso lo sviluppo e benessere, in particolare in Italia, fino ad arrivare al famoso Miracolo Economico o Bum Economico del 1963, questo è stato possibile attraverso i seguenti fattori principali:
·      Fase di ricostruzione del disastro causato dalla guerra, periodo in cui siamo passati da una società contadina ad una società industrializzata, nell’87 l’Italia diventò quinta potenza mondiale e nel 91 quarta.
·      Il consolidamento e lo sviluppo produttivo con: nuovi processi industriali con nuove invenzioni inesistenti precedentemente; settore edilizio (case, autostrade e infrastrutture); settore dei trasporti (Camion, Pullman, Autovetture, emarginando il trasporto ferroviario); settore chimico; Settore sanitario; Settore agricolo con l’introduzione di nuova tecnologia; ecc.
·      L’esportazione dei prodotti Italiani favorito dallo sviluppo industriale, poiché Italia é una nazione di trasformazione.

In questa fase di ricostruzione e di sviluppo, l’organizzazione dei lavoratori –Sindacato- ha conquistato spazi di potere contrattuale, permettendo miglioramenti salariali e dignità di lavo nel ciclo produttivo.  Sul piano sociale i cittadini hanno avviato nuovi modelli di vita, dovuto in particolare dall’economia industriale di trasformazione della materia prima, con un periodo interessante sul piano dell’esportazioni di tecnologia industriale e di ingegneria edile.

Questo processo è stato favorito dal basso costo della fonte energetica derivata dal petrolio (oro nero), il petrolio era prodotto ed immesso sul mercato da società petrolifere sotto il controllo occidentale, le quali, riducendone gradualmente il prezzo, avevano lentamente svalutato il valore delle azioni che i governi arabi avevano precedentemente acquistato.
Il mercato petrolifero durante questo periodo rimase sotto il controllo delle più importanti compagnie petrolifere, -definite da Enrico Mattei- le “sette sorelle” Anglo/Americane/Olandese (Esso –Shell –Oil –Mobil –Texaco –Chevron –Gulf/Oil), che monopolizzarono il ciclo del petrolio.   Questo ruolo si è andato riducendo con il tempo a causa della perdita di concessioni mediorientali in seguito alla nazionalizzazione delle industrie petrolifere da parte dei governi locali.

Nell’anno1973 vi fu, un’improvvisa ed inattesa interruzione nel consueto flusso di petrolio, non si trattava di scarsità di greggio, semplicemente dal fatto che i produttori che ne disponevano maggiormente, avevano deciso di non essere pagati abbastanza bene, di conseguenza i governi dei paesi maggiori produttori di petrolio, tutti membri dell'OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), decisero di prendere il controllo della produzione del greggio e della gestione dei  prezzi per le esportazioni dai loro paesi.

Con il 2 dicembre 1973 iniziò l’austerity a causa della riduzione della produzione del greggio e successivo aumento del costo del petrolio.

Per fare fronte alla crisi il governo italiano adottò una serie di misure di austerità, atte a contenere i consumi di prodotti petroliferi che incisero sulla vita quotidiana e per la prima volta dai tempi della crisi del 1929 si prospettava la recessione.

L’emergenza petrolifera durò fino all’estate del 1974 i provvedimenti restrittivi cessarono, questa esperienza però aveva lasciato la consa­pevolezza che sarebbe stato necessario ridurre la dipendenza dal petrolio attraverso la ricerca di fonti energetiche alternative e cercare modelli sostenibili di sviluppo economico.
Da questo periodo economico difficile l’Italia e tutto l’occidente, non hanno avuto la capacità di riprendersi per ritornare ai livelli precedenti, con ripercussioni sulla vita sociale dei cittadini, determinata anche dalla incapacità dei politici per adeguare progetti politici alla nuova realtà.
Da questo momento storico l’economia occidentale è entrata in fibrillazione con processi di recessione mai più sanata.

TERZA  RIVOLUZIONE  INDUSTRIALE

Con la crisi energetica, il capitalismo ha marcato la sua egemonia per difficoltà economica, a questa crisi negli anni cinquanta e settanta il capitalismo ha avuto la capacità di rigenerarsi dando impulso a nuovi processi produttivi con l’avvio della terza rivoluzione industriale, con l’introduzione della rivoluzione digitale, detta anche rivoluzione informatica, aprendo una nuova fase storica di trasformazione dell’economia in vari parti del mondo.

La rivoluzione digitale ha comunque modificato la conoscenza, il lavoro, il tempo libero, la cultura, scambi della comunicazione in tempo reale, è diventata indispensabile nella vita sociale, tendente a trasformare la società in tutte le sue forme. Essa ha cambiato in parte il mercato del lavoro creando il cosiddetto settore terziario avanzato.

L’espansione dell’informatizzazione con una accelerazione notevole, crea certamente nuovi posti occupazionali ma rischia di soppiantare il vecchio modo di produrre, con tutto quello che ne consegue per i lavoratori non facilmente riconvertibili, con perdita occupazionale.

Con questo accenno storico, occorre prendere atto che
l’unica cosa certa, è l’attuale presenza di
un’economia globalizzata
 con nuove forme di produzione in un sistema
liberal-capitalista.

La globalizzazione si è sviluppata dall’intensificazione degli scambi internazionali, al punto che ogni nazione è dipendente dalla globalizzazione, cioè dalla creazione di un unico mercato globale, senza più barriere protezionistiche, libero da forme tradizionali di protezioni delle economie europee del dopoguerra (frontiere, dazi ecc.).

Per globalizzazione si intende il legame della rete di relazioni e di reciproche dipendenze degli Stati Nazionali – in particolar modo di tipo economico e culturale – che unisce i Paesi del mondo e si riflette, nel bene e nel male, su masse enormi di popolazioni. La fitta rete dei trasporti internazionali (aerei, treni, rotabili su gomma),  permette muovere in modo rapido cose e persone a costi sempre più bassi. Con l’avvento della Rivoluzione informatica e Telematica (computerizzazione, informatica, Internet) la comunicazione e gli spostamenti di denaro (virtuale), viaggiano da una parte all’altra del mondo in tempo reale. Questa interdipendenza, i paesi del mondo di fatto sono strettamente collegati tra loro, con la tendenza a uniformare gli stili di vita e le abitudini, economia, alimentazione, abbigliamento, cultura, ecc.

La globalizzazione inarrestabile per interessi economici, è contro la civiltà, poiché determina conflitti e povertà, con forme di scambio e concorrenza sleale tra i paesi a basso salario e paesi ad alta protezione sociale, con conseguente disuguaglianza sociale, disoccupazione e povertà. Modificando anche processi produttivi del passato (professioni , giornali telematici, ecc)

Di fatto si sono diffuse idee neo-liberiste, si è ridotta “la sovranità Nazionale” con un progressivo trasferimento di sovranità democratica dagli Stati-nazione ad entità internazionali e sovranazionali con ripercussioni su alcuni punti cruciali: (politica fiscale), (spesa pubblica a fini redistributivi), e (politica macroeconomica).

In ogni caso la globalizzazione “condiziona”  le produzioni nazionali e le tradizioni popolari, negli ultimi anni si è osservato che avrebbe ingenerato un rapido e progressivo processo di impoverimento culturale delle masse a seguito della mondializzazione dell'economia.

Tuttavia, il fenomeno della globalizzazione appare come un fenomeno economico-sociale inevitabile e inarrestabile ‒ in quanto legato all'evoluzione della stessa società moderna e più in generale alla modernità ‒, pertanto occorre avere maggiore attenzione sugli effetti sociali su povertà e disuguaglianza.

Anche l’Europa rientra in questo quadro complesso della globalizzazione.

L’Europa geografica del secolo passato, ogni Stato era chiuso nei propri confini, con la prima e la seconda guerra mondiale ha segnato una pagina buia della storia per i valori dell’umanità.
All’interno dell’Europa, nella storia, si sono formate una serie di molteplici culture, per questo, è considerato il continente con una massima diversità culturale, con una più ampia gamma filosofica, l'umanesimo giudaico-cristiana e laica, modi razionali di vita e di pensiero logico sviluppato attraverso cambiamenti e di formazioni con gli esperimenti di : illuminismo, naturalismo, romanticismo, la scienza, la democrazia, il fascismo, il comunismo, e il socialismo.
Così la questione della "cultura comune" o "valori comuni" è molto più complessa di quanto può sembrare.

In definitiva la storia e la cultura europea hanno influenzato notevolmente quella degl’altri continenti. A partire dalla metà del XIX secolo con l'espansione dell'istruzione europea e la diffusione del colonialismo, la cultura europea e il modo di vita, si può considerare trasformata in cultura globale.

Con questa cultura e con una visione di prospettiva Antonio Spinelli -considerato padre fondatore- ha avviato il lungo cammino dell’Unione Europea iniziato con il congresso dell’Aia nel 1948, ad oggi ne fanno parte 28 Paesi.

Le competenze dell'Unione Europea comprendono: le politiche economiche (agricoltura e commercio), gli affari esteri, la difesa e alla protezione ambientale, con una politica agraria comune, la politica estera comune e la presenza di fondi strutturali per il raggiungimento degli obiettivi socio-economici preposti.

In questo quadro complesso della problematica politica ed economica

occorre una forte  coesione  di unità Istituzionale Nazionale,
anziché dividersi in tante forme di partito per interessi di parte; -partiti che crescono come funghi; -partiti che si dividono per incompatibilità politica e poi nella competizione elettorale vanno alla ricerca di aggregarsi per evitare di essere esclusi dal potere; -partiti in assenza di progetti politici, per avere il consenso elettorale, usano forme tipo “mercato delle aste”, cioè a chi promette di più; -l’impossibilità di singoli politici a comprendere tutti gli aspetti complessi della società; -la gravità maggiore sul piano territoriale è la continua conflittualità Istituzionale tra Comuni, Regioni, e Governo per contrapposizione ideologica a seconda di chi governa, destra, sinistra, centro.

Tutto questo genera ingovernabilità e instabilità politica.

In presenza della globalizzazione sempre più avanzata, che capacità politica e culturale possono avere i  singoli partiti con 3-10-30% del consenso,  mentre invece occorre una forte unità Istituzionale Nazionale tra la gente e le Istituzioni.

Con la globalizzazione si intensificano e si concentrano gli interessi economici.
Sul piano politico sono venuti meno tutti i riferimenti ideologici tradizionali, a cui aspirarsi, di fatto stanno saltando tutti gli schemi politici nel mondo occidentale ed oltre.

Il sistema dei partiti, aveva un fondamento e validità nel momento storico del passato quando nel mondo vi erano due grandi tendenze ideologiche, quella liberale-capitalistica e quella  Comunista che si fronteggiavano.

Ebbene, sul piano economico, -nel bene e nel male-, rimane questo sistema economico, al quale si possono fare solo degli aggiustamenti, a questo scopo è possibile agire sul piano politico con una forte coesione nazionale, in modo tale che tutte le forze concorrano nell’interesse comune.

Che senso ha, dividere il Parlamento, Governi e Istituzioni con

sinistra,  destra,  centro

se dobbiamo stare all’interno di questo sistema economico globalizzato?

(il governo M5s-Lega è la conferma di questa anomalia)
Nel secolo passato, nei vari paesi dell’occidente, i partiti sono stati lo strumento determinante per l’espansione della democrazia e lo sviluppo sociale; Da diversi anni la presenza dei partiti in mancanza di idealità di un progetto politico unitario per il paese hanno bloccato la stessa democrazia, facendo pagare costi sociali ed economici per la società. 

Di fatto la democrazia politica delegata, con la presenza dei partiti, e la globalizzazione ha

esaurito la sua spinta propulsiva.

I partiti,  in presenza della globalizzazione e  delle difficoltà per la governabilità, s’inventano cose assurde, Renzi (con la complicità di Napolitano), resosi conto della  ingovernabilità ha tentato il golpe politico con il referendum del 4 dicembre 2016, promuovendo la riforma della seconda parte della Costituzione nel tentativo di accentrare parte del potere su di sé (tra l’altro senza essere eletto); la cosa inqualificabile è stata quella di aver inserito nel “pacchetto normativo” oggetto del referendum, la soppressione del CNEL e la riduzione dei parlamentari  come specchietto per le allodole.

Anche il sistema elettorale con il premio di maggioranza è un meccanismo perverso, finalizzato ad ottenere la maggioranza parlamentare (virtuale) nel tentativo di favorire una fantomatica governabilità.  

Ebbene, questo è il vero problema della crisi ISTITUZIONALE.

COME INTERVENGONO LE ISTITUZIONI NELLA SOCIETA’

  L’Italia, sotto la dittatura fascista e l’occupazione nazista, trovò le energie di ribellarsi, avviando successivamente un percorso democratico di unità iniziato nel 1943 con CLN.  (Comitato di Liberazione Nazionale) e l’anno successivo il sindacato fu ricostituito  come UNICO ORGANISMO  SINDACALE su tutto il territorio nazionale.     Nel 1946 fu indetto il Referendum Istituzionale per decidere la forma di governo, Monarchia o Repubblica, con la vittoria della Repubblica.      Nel dicembre 1947 fu approvata la COSTITUZIONE ITALIANA.      Nel febbraio 1947, nasceva il primo governo della Repubblica Italiana, formato da tutti i partiti dell’arco costituzionale presieduto da De Gasperi.      Dopo questa breve fase storica di grande interesse nazionalistico, tutti i partiti iniziarono ad organizzarsi con la presenza attiva sul territorio, quale luogo di confronto e di sintesi politica, in cui creare e far crescere quel progetto di società che si vuole realizzare.

Questo avvio d’interesse Nazionale Unitario non fu ben visto dalle lobby internazionali, le quali condizionarono la DC per interrompere lo spirito patriottico unitario, di fatto, a maggio 1947, De Gasperi aprì la crisi di governo per formare un nuovo esecutivo, con il PCI e PSI all’opposizione, con lo scopo, da un lato porre fine all’Unità Nazionale e dall’altro l’inizio del Centralismo a guida DC, dando cosi avvio alla contrapposizione dei partiti anziché la contrapposizione dialettica, anche sul fronte sindacale si è voluto operare con la divisione, avvenuta nel 1948, con la SCISSIONE promossa dai sindacalisti cattolici della Democrazia Cristiana, con la nascita della CISL (DC), e della  UIL  (PSI-PRI-PSDI-PLI).

Con questi due atti si è voluto rompere lo spirito nazionalistico, operando sulla divisione del paese, come diceva Giulio Cesare divide et impera”, questo nuovo corso della politica Italiana, la DC con la sua centralità per il potere Istituzionale, costruiva volta per volta  varie forme di coalizione allo scopo di bloccare una forza importante come il PCI all’opposizione, stringendo accordi, inciuci e forme elettorali per garantirsi il potere fino ad arrivare a TANGENTOPOLI.

Dopo anni di contrapposizione tra partiti da un lato, e dall’altro la costruzione paziente della politica per gli interessi dei cittadini e dei lavoratori, alla metà degli anni 70, sull’onda della crisi politica ed economica provocata dal blocco energetico del petrolio, per tutelare responsabilmente l’interesse Nazionale, nel luglio 1976 è stato avviato un percorso teso a costituire un Governo di Solidarietà Nazionale.  Su questo nuovo corso della politica, si scatenarono forze nazionali e internazionali  fomentando ad arte il terrorismo per destabilizzare lo Stato, arrivando persino all’uccisione del Presidente Moro, con l’intento di arrestare e rompere questo nuovo corso storico di interesse Nazionale, la rottura avvenne l’11 marzo 1978,

Con la rottura del 78, dall’inizio degli anni 90 la politica ha navigato senza il timone, portando il Paese alla deriva: vi è stata la cancellazione del PCI con la Bolognina; lo scioglimento della DC e del PSI per tangentopoli; l’avvento del Berlusconismo; in quest’ultimo periodo la nascita del M5s. In questa scomposizione politica confusionale, si è dilagata la corruzione, si sono accentuati gli scandali, si è alimentata la disaffezione dei cittadini dalla politica anche per i sacrifici imposti a causa del peggioramento dell’economia.

La perdita di riferimento ideologico della sinistra, di fatto ha determinato il disorientamento culturale e organizzativo all’interno alla sinistra tradizionale, con l’aggravante, occupare spazi di potere, pensando di poter incidere sull’economia capitalistica dall’interno delle Istituzioni, mentre invece è finita per integrarsi nel sistema con politiche di destra. Questo percorso non consono alla sinistra ha determinato un abbassamento culturale, coinvolgendo e trascinando le altre formazioni politiche a competere sullo stesso basso livello, in una forma di banalizzazione dei partiti, al punto, che i cittadini non riescono più a comprendere la diversità, considerandoli che sono tutti uguali.

Dopo che i cittadini hanno esercitato il diritto dovere civico e democratico con il proprio voto, il partito si appropria della delega elettorale e avvia il suo percorso politico, a volte diverso da quanto promesso nella competizione elettorale, dopo di ché, inizia il calvario della anomalia Istituzionale, perché lo scopo principale di ogni partito è quello di occupare il gradino più alto del podio, cioè agguantare le leve di comando del Governo, poiché è l’Istituzione nel quale si decide e si esegue la politica per il paese, con programmi politici di parte stabiliti dal governo (con la sua maggioranza parlamentare di parte), per imporre e far rispettare a tutti i cittadini.

Quindi il Parlamento non è la rappresentanza reale dei cittadini, ma è la rappresentanza funzionale alla legge elettorale, finalizzata a favorire la coalizione successiva di governo, con una limitazione determinante della Democrazia, questa è la grande “Anomalia Istituzionale” che dura da circa 70 anni, cioè dalla rottura del primo governo della Repubblica Italiana ad oggi con la logica della contrapposizione tra maggioranza e minoranza (opposizione).
Con la logica della contrapposizione politica, in molti casi si alimenta anche la conflittualità Istituzionale a seconda della maggioranza politica tra Governo Nazionale, Governo Regionale e Governo Cittadino.   

Ebbene, il Parlamento, anziché avere la centralità politica rappresentata da tutte le componenti politiche, assolve il ruolo subalterno al Governo, il quale assume una forma di CONFLITTO D’INTERESSE, poiché è la struttura Istituzionale che decide ed esegue la politica per la Nazione imposta esclusivamente da alcuni partiti che ne fanno parte.

In effetti il CONFLITTO D’INTERESSE ISTITUZIONALE stimola la corsa dei partiti ad occupare il governo con leggi che manipolano il consenso, questa forma politica determina la conflittualità litigiosa tra i partiti per il potere, anziché una conflittualità dialettica che sarebbe salutare, la conferma è quanto avviene con il caos attuale della politica. 

La gravità della crisi sociale ed economica, aggravata dal conflitto Istituzionale, impongono scelte responsabili di coesione nazionale, con al centro il senso dello Stato, come è avvenuto in altri momenti storici del passato, -superando ogni forma di “fortino-, per una vera TERZA  REPUBBLICA, cioè, ipotizzare di RIORDINARE  I  RUOLI  DELLE  ISTITUZIONI,  Potere Legislativo “Parlamento” e potere esecutivo “Governo”,  che valorizzi e ampli la DEMOCRAZIA  RAPPRESENTATIVA, di cui oggi è molto lacerata.

Pertanto le funzioni Istituzionali vanno ricondotte nei propri ruoli corretti, ponendo la centralità del Parlamento poiché è l’organo Istituzionale rappresentativo di tutte le forze politiche, autorizzato e idoneo a determinare le politiche Nazionali, mentre il Governo (“Potere Esecutivo”) con le sue strutture Ministeriali esegue le decisioni del Parlamento, superando così il conflitto d’interesse Istituzionale.

Questo permetterebbe evitare molti ostacoli - leggi e contro leggi, inciuci, tempi lunghi, evitare alleanze a priori con accordi sottobanco-, sicuramente, con grande valore politico aggiunto, ma soprattutto, si discuterebbe di politica per l’interesse del Paese.

In questo modo si afferma un ruolo di vera democrazia Istituzionale avanzata, passando dalla contrapposizione ideologica dei partiti alla dialettica democratica dei problemi.

Questo nuovo ordine Istituzionale, farebbe assumere all’Italia un ruolo d’interesse internazionale, con benefici anche sul piano del lavoro.

A conferma di quanto appena detto, alcuni accenni.

1)   I cittadini hanno la convinzione che mettendo una croce su un foglio di carta ha compiuto un atto democratico e rivoluzionario, mentre invece ha solo delegato ai partiti a rappresentarlo nelle istituzioni e i partiti, acquisito il consenso, spesso lo utilizzano per interesse di casta.  

2)  Anche lo strumento del 51% blocca la democrazia, infatti per la formazione dei governi è necessario ottenere il 51% [in realtà ANCHE MENO] dei voti in Parlamento, e questo  comporta una continua ricerca di alleanze (spesso strane e contraddittorie) tra i partiti, persino la compravendita dei parlamentari. In questo modo passano giorni a volte mesi per formare un governo, come già detto in precedenza.

3) Il percorso storico dell’Europea, dopo l’avvio difficile ma interessante, successivamente ha avuto una lunga fase di consolidamento e di stabilità dell’Unione Europea, oggi vive delle forti contraddizioni che mettono in serio rischio la tenuta dell’UE, qualche esempio:
-Come è stato possibile consentire l’intervento unilaterale in Libia da parte della Francia per spodestare Gheddafi, senza una decisione dell’UE, scaricando le ripercussioni su tutti gli Stati Europei.
-Come è stato possibile assistere all’inerzia dell’U.E. di fronte al fenomeno dei migranti che arrivavano in Europa, inizialmente con la rotta dei Balcani, chiusa questa rotta è stata utilizzata la via del mare per l’Italia.
-Come è possibile che un Ministro Italiano (Salvini) prende una posizione personale sulla Diciotti e l’U.E. è assente.
-Le posizioni politiche di ogni Stato non vengono espresse nel Parlamento Europeo, ma dai personaggi di stato (Merkel, Salvini, Macron, Orban ecc.).
-Il fallimento delle politiche implementate in Europa dal 2010 in poi – austerità fiscale, riforme strutturali (di impronta marcatamente neoliberista) e politiche monetarie espansive  è ormai sotto gli occhi di tutti.
-Chi decide -nell’ambito Europeo- della partecipazione nazionale con missioni militari proprie nei conflitti internazionali.
Questo ed altro dimostra una profonda CRISI  ISTITUZIONALE  DELL’U.E. aggravata dai problemi politici, economici e sociali che ha messo a dura prova la tenuta dell’Unione Europea.

Con una metafora calcistica; In Italia la serie A è composta da 20 squadre che competono tra loro nel territorio nazionale per raggiungere il primato, mentre nella competizione internazionale tra nazioni, ovviamente viene formata la “Nazionale di calcio” ed è la squadra che rappresenta la federazione a livello internazionale, la Nazionale è composta dai migliori giocatori con la cittadinanza Italiana.

In politica, -ovviamente in Italia come in altri Stati-, vi sono diversi partiti, (paragonate alle squadre di calcio) in competizione tra loro che ambiscono al potere, mentre nel rapporto internazionale della politica Europea- ovvero nel Parlamento Europeo non vi è la rappresentanza Nazionale Politica (come la “Nazionale di calcio”) formata dai migliori cittadini Italiani (come nel calcio), ma dalla presenza dei parlamentari Italiani eletti nei vari partiti per poi confluire divisi in formazioni ideologiche diverse che non hanno più senso di esistere.
In realtà, volta per volta esponenti politici nazionali di turno scavalcano il “campo” Parlamento Europeo (in questo caso Salvini, in altri Merkel,  Macron, Orban ecc.), come se in un incontro di calcio gli allenatori vedendo la difficoltà della propria squadra intervengono direttamente invadendo il campo.
Pertanto con questo sistema Istituzionale, l’Europa dalla sua fondazione è rimasta un’espressione geografica, non un soggetto geopolitico.

In questo modo si determina un serio CONFLITTO  ISTITUZIONALE  EUROPEO che penalizza la Democrazia Parlamentare Europea, l’elezioni del 2019 per il rinnovo del Parlamento Europeo è l’occasione per modificare l’UE al fine di rendere più efficiente e efficacie la politica europea.
  
4)   Nel campo lavorativo la prima rappresentanza dei lavoratori era CGdL (Confederazione Generale del Lavoro). Dopo la pausa del fascismo il sindacato fu ricostituito unitariamente con il Patto di Roma. Il 3 giugno 1944, con l'Italia ancora in guerra, Giuseppe Di Vittorio per il PCI,  Achille Grandi per la DC  ed Emilio Canevari per il PSI firmano il Patto di Roma. Con esso si costituì un unico organismo sindacale su tutto il territorio nazionale.
Tutte le correnti, la comunistasocialista e cattolica convivevano sotto lo stesso tetto in nome dell'unione di tutti i lavoratori.  Nel 1948 vi fu la scissione promossa da sindacalisti cattolici della Democrazia Cristiana guidati da Giulio Pastore con la nascita di CISL  (DC) e successivamente la UIL (PSI-PRI-PSDI-PLI).  
Ebbene, la presenza dei partiti nel sindacato (comprensibile nella fase politica del passato in presenza di due tendenze ideologiche) oggi diventa inconcepibile avere tre organizzazioni sindacali, non essendoci più i partiti storici che hanno determinato la formazione delle tre organizzazioni sindacali.

Quindi, necessita ripensare ad una nuova forma di rappresentanza dei lavoratori con gli interessi dei cittadini sul territorio.

5)   Abbiamo visto lo squallore per eleggere il Presidente della Repubblica a causa degli interessi di parte dei partiti, quindi non un Presidente dei cittadini, ma dai partiti che formano la maggioranza.

6)  Le Commissioni Parlamentari sono rappresentate “democraticamente” da tutti i partiti, dove per interesse di parte spesso si raggiungono accordi pasticciati quando va bene, in altri casi il blocco dell’attività delle commissioni.

7)   I consigli di amministrazione, esempio la Rai (Presidente e Consiglieri), nominati dai partiti, in base al numero dei partiti e del loro consenso elettorale Rai1, Rai2 e Rai3.

8)   Le Fondazioni, politiche e sociali di vario genere, - che hanno costi pubblici e che conosciamo poco -sono controllate dai partiti, così come i partiti nominano le cariche rilevanti al loro interno;  Altro che costi della politica.

9)   Quando il magistrato toglie la toga per fare politica o presentarsi alle elezioni, il magistrato suscita sospetti nell’adempimento delle sue funzioni di giustizia, anche se infondati, che gettano un’ombra sulla sua carriera e sull’ordine a cui appartiene.
Quindi, la presenza dei partiti, impedisce ad un magistrato di fare politica per il principio della imparzialità, impedendo di fatto il diritto alla libertà individuale del magistrato, oltre al fatto che la società non può avvalersi della professionalità di un magistrato in politica.

10) Spesso si assiste a conflitti Istituzionali tra Comuni, Regioni e Governo Nazionale,  non per ragioni amministrative, che sul piano della democrazia e degli interessi dei cittadini si possono assumere posizioni diverse, ma per battaglia politica per motivi ideologici, cioè il Comune di destra, si contrappone alla Regione di sinistra o viceversa, lo stesso vale per il Governo Nazionale di sinistra o di destra.

11)  Sul piano internazionale, con i problemi mondiali che ci sono, non esiste una funzione organica dell’ONU, piuttosto prevalgono gli interventi diretti ed indiretti di pochi stati potenti che assumono le proprie decisioni soltanto sulla base dei propri interessi, (la Francia in Libia e non solo, l’America e Inghilterra nei paesi arabi, in Africa, vendita delle armi (compresa l'Italia) ecc.). Quello che prevale sono le decisioni dei G7, G8, G10, ecc. di fatto mettendo da parte ONU.
Questa prevaricazione delle potenze internazionali si è accentuata in modo inarrestabile dopo la caduta dell’Unione Sovietica, mentre in precedenza i conflitti militari internazionali erano fortemente limitati per l’equilibrio militare tra il blocco Occidentale ed il blocco dell’Est con una pace per il semplice principio basato sulla paura atomica. 

L’elenco potrebbe proseguire, questi sono solo alcuni accenni principali.

Con la prima Repubblica si diceva: “cambiano i suonatori e la musica è sempre la stessa”.
Con la seconda Repubblica si dice: “cambia la musica e i suonatori sono sempre gli stessi”.
Con la terza Repubblica occorre: “cambiare lo spartito e di conseguenza i suonatori”.

I partiti purtroppo sono diventati un ostacolo alla democrazia delegata, determinando il blocco sociale.

Occorre pensare ad una Democrazia Progressiva più avanzata che preveda una Democrazia delegata integrata con una Democrazia maggiormente partecipata sul territorio,  ma non la “democrazia di internet” proposta da Casaleggio, quanto piuttosto un luogo di confronto e di sintesi politica, in cui creare e far crescere quel progetto di società che si vuole realizzare, per poi scegliere i mezzi per raggiungerlo.

Occorre prendere atto che la macchina “ISTITUZIONALE” (Partiti, Parlamento, Governo) è diventata  OBSOLETA.  Con una metafora, è come una macchina con motore a scoppio rattoppata per molto tempo,  passata di mano in mano. Così com’è, non è più conveniente continuare a ripararla, se vogliamo migliorare la qualità della vita, con una valutazione attenta, occorre abbandonare il vecchio modello a scoppio e sostituirla con un’autovettura con energia elettrica ed in un prossimo futuro pensare ad un’autovettura ad energia solare.

Nel recente passato le culture ideologiche hanno favorito grandi consensi di aggregazione di persone, ma hanno determinato anche forte contrapposizioni sociali a volte anche violente. Oggi non ha più senso avere queste contrapposizioni, come non ha più senso formare governi sulla base ideologica, piuttosto su principi morali e sociali che sono gli elementi cardine della nostra  COSTITUZIONE.   

L’indirizzo ideale a cui fa riferimento il progetto “VEDERE IL FUTURO”
per una TERZA REPUBBLICA è la

 COSTITUZIONE.

. Garanzia di Civiltà e di  Democrazia Rappresentativa Progressiva.


composta dalla Democrazia Delegata integrata con la presenza sul territorio della Democrazia Partecipata

La premessa a concretizzare questo progetto è la tendenza a superare le divisioni sociali  destra,  sinistracentro.
In questa fase storica sono caduti i riferimenti ideologici, quindi occorre un grande impegno culturale per superare le barriere ideologiche pur mantenendo i propri ideali e per quanto possibile mantenere la storia personale di sinistra e di destra.  Questo non vuol dire rinnegare il passato personale, una cosa è la nostalgia, l’altra è la ragione.

Per avviare un processo che unisce la nostra società tra sinistra e destra (che oggi determina guasti) (mi riferisco in particolare alle prossime generazioni) occorre un forte ideale unificante che inizia dalle Istituzioni.

La forza ideale è   LA NOSTRA COSTITUZIONE ,Garanzia di Civiltà e di  Democrazia . (vedi il risultato del referendum Costituzionale) quello che abbiamo sempre detto la più bella del mondo, li ci sono il rispetto dei principi sociali e morali della nostra società, quello che occorre è farla rispettare ed attuarla.
Insisto nel dire ripartiamo dalla Costituzione ,Garanzia di Civiltà e di  Democrazia . Il tema della Costituzione è stato ampiamente discusso ultimamente in occasione del sessantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, organizzato, per il 17 gennaio 2008 in un interessante incontro con il titolo “la Costituzione stella polare della democrazia”, altro interessante dibattito pubblico è stato organizzato il giorno 13 giugno 2016 presso la Biblioteca Giordano Bruno con la Prof.sa Maria Mantello in occasione del settantesimo anno dal referendum istituzionale per scegliere tra Monarchia o Repubblica.

Q U I N D I
RIORDINO  DELLE  ISTITUZIONI
- Potere Parlamentare  e  Potere Esecutivo

A)    Il PARLAMENTO è composto di una sola camera ed è il centro dell’attività politica, i parlamentari, -con un numero fortemente ridotto-, sono eletti in modo proporzionale appartenente ad ogni formazione politica.
Mentre l’attuale Senato, assume una funzione tecnica/politica con ruolo di rappresentanza (dei territori, delle parti sociali, della società civile, ed altri) in commissioni, a supporto dei provvedimenti parlamentari.

IL PARLAMENTO SI ARTICOLA IN DUE FASI:
1)     Fase preliminare; vengono esplicate le prime funzioni parlamentari esecutive
·      Nominare il Presidente della Camera con funzione a rotazione ogni sei mesi tra i partiti (come avviene con la presidenza a rotazione degli Stati membri del Consiglio dell’UE).
·      A seguito del dibattito politico, elaborare e approvare il progetto politico nell’interesse del Paese a cui si dovrà attenere il Potere Esecutivo.
·      Coerentemente al progetto politico viene deciso il numero complessivo dei Ministeri e l’area di competenza.
·      Proporre al Presidente della Repubblica:
- il Presidente del Consiglio dei Ministri spettante alla componente politica che ha ottenuto il maggior consenso elettorale,
-la lista dei ministri, poiché l’esecutivo ha un ruolo tecnico politico può avvalersi del contributo di personaggi qualificati provenienti dalla società civile indicato dai partiti.
·      Il Capo dello Stato valuta la fattibilità della proposta scaturita dal Parlamento
·      Il Presidente del Consiglio e i ministri effettuano il giuramento davanti al Capo dello Stato
·      Dimissioni del governo provvisorio in carica
·      Il Parlamento elegge il Presidente della Repubblica
·      Il parlamento nomina i membri delle commissioni del Senato

2)   Il Parlamento terminata la funzione preliminare,  inizia ad esercitare la funzione legislativa.

B)  L’ESECUTIO (detto impropriamente governo) ha il compito di eseguire le decisioni politiche del Parlamento
La Presidenza del Consiglio dei Ministri spetta al partito che ha ottenuto il maggior numero di voti.
Per la formazione dell’Esecutivo concorrono democraticamente tutti i partiti rappresentati in parlamento.
Il consiglio dei Ministri, sulla base del numero dei Ministeri deciso dal Parlamento, è nominato in modo proporzionale alla presenza parlamentare.

In questo quadro politico, l’attuale cosiddettasinistra tradizionale” ha una grave responsabilità, in quanto, per il suo passato storico,  non è riuscita a farsi attrice di un vero  rinnovamento,  basato sull’analisi storica del passato proiettata nell’attuale contesto sociale.     Si è impantanata nella continua ricerca di una nuova identità di sinistra, pensando che bastasse cambiare nome, un minimo di organizzazione, un capo con capacità oratoria, una forma di organizzazione e la politica ripartiva, purtroppo si è dimostrato che non è cosi.

Tuttavia va riconosciuto il merito a Grillo di aver dato uno  scossone   all’attuale sistema dei partiti.   Grillo -che non è un politico- ha avuto l’occasione di avere in mano un giocattolo, ma incapace di farlo funzionare, in quanto non ha un progetto politico funzionale a un’idea di società futura.   Per un politico che non ha una visione del futuro, è destinato a perdere. Ha limitato la forza del suo movimento, definendolo alternativo al sistema a parole ma non nei fatti, cambiando molte posizioni volta per volta, del resto a Grillo e Casaleggio inizialmente interessava in modo particolare l’operazione di marketing con una percentuale di  consenso modesto mantenendosi sulla linea di galleggiamento.

In effetti non si conosce qual’è il progetto del M5S sul modello di società. chiederlo a qualche sostenitore del M5S, con molto imbarazzo le risposte sono evasive.  L’unico progetto pubblico che si conosce è quello che si dichiarano di essere onesti (e non è poca cosa) quindi legittimati a governare da soli.
Dopo il risultato elettorale sono costretti a riconsiderare quanto da loro sostenuto precedentemente tenendo conto della realtà del sistema di cui ne sono immersi.

La realtà nuova nella scena politica del M5s per mancanza di progetto di società e per mancanza di esperienza politica, sta dimostrando sempre più di integrarsi nel sistema anziché cambiare il sistema, sconfessare i principi intenzionali iniziali contribuisce ad allungare l’agonia  del nostro Paese. 
               
In conclusione, al fine di carpire il voto di una parte dell’elettorato, nella competizione elettorale, abbiamo assistito al comportamento squallido dei politici, a chi la spara più grossa, dimostrando il limite culturale incapaci di governare ma bravi a prendere il potere.

Al punto in cui siamo arrivati, non è più sufficiente pensare di cambiare mettendo la crocetta su di un foglio o indossare la camicia rossa o nera. Nell’interesse del paese, occorre incidere sul sistema Istituzionale, la politica dovrebbe ipotizzare seriamente un progetto politico Istituzionale "Per una Terza Repubblica" simile a quanto è avvenuto nel 1946 con il referendum “Monarchia o Repubblica”, la vittoria della Repubblica ha permesso di dare nuove prospettive al Paese, a distanza di anni si può affermare che quella scelta giusta e necessaria ha

 ESAURITO  LA  SUA  SPINTA  PROPULSIVA.

Per soddisfarei il principio fondamentale della Democrazia tra chi dirige e chi controlla

Occorre strutturale nella forma ISTITUZIONALE  la rappresentanza cittadina organizzata sul territorio (Comitato Cittadino), in modo che i cittadini siano i protagonisti principali dell’attività politica, con il riferimento determinante alla

.COSTITUZIONE.     Garanzia di Civiltà e di  Democrazia .

Certamente il (progetto), non è di facile comprensione, con il rischio di sembrare incomprensibile, astratto o meglio utopistico, considerando inoltre che è originale e non ci sono modelli del genere da prendere a riferimento, quindi occorrerebbe approfondire i particolari per comprendere meglio lo (Strumento).

Non è concepibile assistere all’agonia del nostro paese, vederlo scivolare lentamente in un sistema con limitazione della democrazia (l’uomo forte, od altro).

In conclusione, ho voluto esternare i miei convincimenti forse nell’illusione di dare un contributo a trasformare la nostra rabbia in vera e costruttiva soluzione politica.

  Roma 10 Gennaio 2017                                        Giovanni  CARBONE

In primo luogo voglio ringraziare per l’attenzione dedicare al Primo Documento, vi sarò grato se sarò onorato di una valutazione, comunicando anche alla mia mail: giovanni-2010@alice.it

Inoltre, se si è interessati a questo progetto, posso inviare il secondo documento con note esplicative.

Se si ritiene opportuno sostenere il progetto, può essere inviato ad altre persone interessate.

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