Primo Documento
RIFLESSIONE PER UN PROGETTO POLITICO ISTITUZIONALE
- DEMOCRAZIA; UNITA’; LEGALITA’; LAVORO;
-
- PER UNA VERA TERZA
REPUBBLICA -
Visto il momento storico, con tutta la
problematica caotica della situazione politica conflittuale tra partiti in
contrapposizione tra loro che penalizza l’unità,
condizione fondamentale per il Paese per la stabilità, pertanto occorre affermare due
principi fondamentali delle Istituzioni che è la base della politica e
dell’economia per una convivenza civile:
Democrazia: consolidare la DEMOCRAZIA PROGRESSIVA prevedendo la
Democrazia Rappresentativa nelle -Istituzioni-
integrata con la
Democrazia Partecipata sul -Territorio-.
Unità: determinare gli atti politici Istituzionali necessari
per ottenere la massima unità del Paese, al
fine di raggiungere la comunità d’intenti tra cittadini per la stabilità
politica.
Il documento si propone di offrire un contributo a
riflettere sul nostro futuro valutando le questioni politico-economiche imposte
in questi anni, non solo nel nostro paese, ma anche nel mondo: della distribuzione
della ricchezza, dei problemi del lavoro, dei mercati finanziari, della
globalizzazione economica, della condizione sociale dei cittadini, dell’ambiente
e i rapporti con l’Unione Europea a cui facciamo parte.
Anche se vi è separazione tra il ruolo delle imprese che producono economia
e le Istituzioni che regolano la vita sociale dei cittadini, di fatto quello
che emerge è la correlazione tra economia e politica.
Quindi chi produce economia deve far fronte quotidianamente con il mercato,
mentre le Istituzioni debbono programmare la politica per dare prospettiva,
stabilità ed efficienza dell’apparato pubblico.
Pertanto è fondamentale avere a disposizione una proposta per l’interesse del
Paese, come
base di valutazione e discussione concentrando l’attenzione selle Istituzioni
che sono la base della politica e dell’economia per una convivenza civile:
CRONOLOGIA DEGLI ATTI
ISTITUZIONALI STORICI DEL NOSTRO PAESE .
Per
affermare
-DEMOCRAZIA, UNITÀ,
STABILITÀ -
l’Italia, dopo il disastro della grande
guerra, liberata dal fascismo e dal nazismo, trovò l’energie per riorganizzarsi
nelle Istituzioni e nell’economia.
A): Il 3 giugno 1944, con il Patto di Roma il sindacato fu ricostituito unitariamente su tutto il territorio nazionale,.
B): il
2 e 3 giugno 1946 fu indetto
il Referendum Istituzionale per decidere la forma di governo,
Monarchia o Repubblica, con la vittoria della Repubblica, questa scelta è stata la prima Rivoluzione Democratica.
C): in data 27 dicembre 1947
con la firma di Enrico De Nicola, Umberto Terracini, Alcide De Gasperi e
Giuseppe Grassi fu approvata la COSTITUZIONE
ITALIANA
D): dal 14 luglio 1946,
con il grande interesse dell’Unità Nazionale si avviò il primo Governo
della Repubblica Italiana, presieduto
da De Gasperi formato da tutti i partiti dell’arco costituzionale,
escluso ovviamente il MSI per legami ideologici con la storia del fascismo.
Dopo
questo avvio di Unità Nazionale, i grandi interessi del capitalismo internazionale e
nazionale hanno sedotto e tentato la Democrazia Cristiana -di allora- per
interrompere lo spirito patriottico unitario, cioè (divide et impera), di fatto:
1) Maggio
1947 (dopo appena 10 mesi) la Dc
fece l’operazione di rottura
dell’Unità Nazionale con De
Gasperi, che aprì la crisi di governo per formare un nuovo esecutivo, sbattendo
PCI e PSI all’opposizione, determinando di fatto la fine dell’Unità Nazionale e
l’inizio del Centralismo a guida DC,
2) A seguito della rottura dell’Unità Nazionale, sul fronte sindacale, nel 1948, vi
fu la SCISSIONE promossa dai sindacalisti cattolici della
Democrazia Cristiana, con la nascita
della CISL (DC) e, successivamente,
della UIL (PSI-PRI-PSDI-PLI).
E): Nel 1948 con il congresso dell’Aia in una
visione di prospettiva, Antonio Spinelli
-considerato padre fondatore-, ha avviato il lungo cammino dell’Unione Europea, ad oggi ne fanno parte 28 Paesi.
Tuttavia dopo questo periodo storico di interesse Nazionale,
in questo ultimo trentennio si registra:
I GOVERNI
Dopo
la rottura di Unità Nazionale del 1947,
i governi si sono succeduti con alleanze diverse tra maggioranza
e minoranza avviando
in questo modo la contrapposizione tra i partiti durata fino ai nostri giorni,
anziché usare la contrapposizione
dialettica di idee per la massima unità, quale principio fondamentale
della democrazia.
La destra, (eccetto una breve fase politica) con
alleanze diverse ha sempre governato, con risultati diversificati a
secondo dei momenti storici;
La sinistra nel breve periodo di governo non ha dimostrato di
essere alternativa alla destra, non è stata capace di affermarsi in modo
unitario, ed ha disatteso le aspettative dei cittadini per l’interesse del
paese;
La
novità del governo M5s-Lega, insediato dopo lunghe
e evidenti peripezie ha dato vita a una nuova maggioranza con un contratto di
governo come governo del
cambiamento. Quindi un contratto sottoscritto tra le due formazioni politiche di orientamento contrapposto
(non si comprende perché non 3 o 4 ecc. che sarebbe più democratico poiché contribuiscono
più forze e idee), non per concretizzare
i valori ma per soddisfare
interessi di parte. La
potenza del contratto, nella pratica suscita preoccupazione, mettendo in
evidenza la trappola elettorale con l’incoerenza tra le promesse elettorali e il contratto di governo; inoltre la contraddizione tra la rigidità del contratto di governo
e la pratica politica, in
questo modo l’intesa legittima la sovranità dello Stato che impone le scelte autoritarie
di un contratto sui tutti i cittadini, anche per coloro che non li hanno
votati.
In sostanza, tutti i governi presentati sulla scena
politica, nonostante l’alternanza, hanno dimostrato la stessa cultura di
divisione del paese, senza dare stabilità politica, che è la condizione
fondamentale per l’economia, questo ha fatto emergere e evidenziare la crisi del Sistema Istituzionale,
Partiti, Parlamento, Governo.
I PARTITI
La Sinistra: Dopo la Bolognina
vi è stata una continua rincorsa affannata della sinistra nella ricerca
della Stella polare della Sinistra, per una nuova identità di sinistra mai più
trovata: DS, PDS, Rifondazione
Comunista, Circoli Culturali della Sinistra, Comunisti
Italiani, PCL Partito Comunista dei Lavoratori, Ulivo, PSI,
SEL, SI, PD,
poi l’esplorazione all’interno del PD (per circa un anno) di Fabrizio Barca, con il suo documento “Un partito nuovo
per un buon governo” rimasta lettera morta, inoltre alcuni esponenti che hanno abbandonato
il PD fondatori del movimento Futuro a Sinistra, -Possibile con (Civati), LeU (Liberi e Uguali), e per ultimo PaP (Potere al Popolo), probabilmente l’elenco non
finisce qui.
La destra, attorno all’illusione
berlusconiana, si sono avvicinati e poi allontanati movimenti politici
diversissimi, alcuni ispirati a modelli liberali (e liberisti), altri
provenienti dalla destra sociale, poi se ne sono distinti, altri ancora ispirati al populismo e alla
xenofobia, con diverse formazioni, Alleanza Nazionale, Fronte
della Gioventù, Forza Italia, Popolo della
libertà, Lega (Lega Nord), Nuovo Centro
Destra, Fratelli D’Italia, La Destra
(Storace), Forza Nuova, CasaPound (ovviamente chi più ne ha, più ne metta).
Altre formazioni di altro
orientamento si sono mosse con alterne fortune nell’agone politico: Radicali, la
Margherita, Italia dei Valori, Verdi, Rivoluzione
Civile, sicuramente ne seguiranno altri.
M5s, il duo Grillo/Casaleggio,
che ha dato vita a un’organizzazione politica come
antisistema, di conseguenza e
per coerenza, evitare qualsiasi alleanza con altri orientamenti politici,
inoltre, dichiarandosi di essere contro l’Unione
Europea e contro Euro.
Tuttavia nel corso dell’attività politica del M5S, hanno più volte sconfessato
le proprie posizioni da quelle iniziali, sicuramente con altre che
verranno.
Ebbene, di tutte queste formazioni, alcune sono
fallite, altre circoscritte in piccoli gruppi; Restano vivi: il PD, diviso e smarrito; La Sinistra con continue divisioni,
non riesce a definire una sua identità; La Lega (Lega Nord), ormai orfana di
qualunque modello istituzionale o federale, fonda il proprio consenso sull’odio, la
paura ed il populismo, senza alcun
progetto politico sensato; Forza
Italia è fortemente ridimensionata ed incapace di aggregare
consenso su un modello politico: Il M5S,
alla prova dei fatti, non sembra riuscire ad andare oltre i suoi slogan e le enunciazioni, dimostrato dai risultati deludenti nelle realtà
da loro amministrate, (Roma in particolare).
Cambi e
ricambi, (Governi, partiti e politici) che altro
dobbiamo aspettarci o sperare???
Tutte queste organizzazioni con le loro distinzioni, nei fatti, hanno dimostrato di essere
tutti ugualmente incapaci di risolvere i problemi del Paese e determinare la stabilità
politica, portandolo invece alla deriva senza il timone.
La realtà è, che abbiamo perso tutti i riferimenti
politici, purtroppo, la ribellione della pancia fa perdere di vista il vero
problema, mi riferisco alla gente comune, ma la generazione del glorioso passato con
la loro memoria storica,
possibile che non esprima una realtà che sappia trovare un nuovo orientamento?
Ma se sono in difficoltà le generazioni del passato, figuriamoci le prossime
generazioni che non hanno più memoria storica che li sostiene! Che futuro
lasciamo ai nostri figli e nipoti, in balia di questi politici che ci
bombardano in TV con bugie e falsità, per mantenere la loro sete di potere,
forti della nostra complicità,
poiché li abbiamo votati e continuiamo ad accettarli e a votarli pensando di
scegliere “il meno peggio”,
ma così facendo, permettendo solo al “peggio” di
affermarsi!!!!
È stato tolto lo strumento della partecipazione alla vita politica
-DEMOCRAZIA-, mi riferisco
alle sezioni del passato di tutti i partiti e dei comitati
di quartiere rappresentativi dei vari orientamenti politici
impegnati sul territorio, luoghi in cui si discuteva anche animatamente, ma dove
si costruiva la formazione politica della gente.
Il nostro paese è passato da una società contadina ad
una società industrializzata, con incremento della ricchezza attraverso la
produzione ed il profitto. In questa fase siamo in presenza di ulteriore trasformazione
della produzione con l’introduzione dell’informatica e la
finanziarizzazione dell’economia attraverso le banche ed il sistema finanziario
internazionale, questo ha dato impulso all’economia, ma ha
creato anche bolle e spregiudicate azioni speculative, che hanno consentito
l’arricchimento di pochi a scapito della sicurezza economica e sociale di
molti.
Non abbiamo più riferimenti
politici, sono venute meno le certezze, nelle discussioni politiche siamo diventati (in termini
calcistici) tifosi del Si o del No, di sinistra o di destra,
ecc. come in uno stadio con le varie tifoserie che urlano per concorrere al
risultato calcistico, ma i protagonisti principali che determinano realmente il
risultato sono i giocatori e l’arbitro, (in alcuni casi anche da fenomeni
esterni per interessi personali). Quindi
tutti i tifosi ritengono di avere
ragione, alla fine, quello che conta, chi ha determinato il risultato
calcistico. Mentre in politica, non è semplice come nel calcio,
in mancanza
di un progetto, tutti ritengono di avere ragione (come le
tifoserie), in quanto nessuno può riscontrare
la coerenza dei fatti rispetto ad un ipotetico programma politico ,
vale a dire al risultato finale.
Sono anni che siamo in presenza di una crisi economica
strisciante, e i nostri politici non dichiarano la verità, hanno preso
decisioni che hanno reso la vita e la società sempre più difficile con la “politica del carciofo” e spesso
usando ad arte il depistaggio politico per
far perdere di vista la realtà.
Alcuni passaggi eclatanti della politica del carciofo
A) Governo Craxi, con il taglio
dei 4 punti di contingenza 14
Feb 1984 e successivamente abolito il 31 luglio 1992 con
il governo Amato, hanno motivato queste due scelte come occasione per aiutare i
giovani nell’inserimento del lavoro (Falso). Di fatto la contingenza è sparita
e i giovani hanno avuto maggiore difficoltà per
inserirsi nel mondo del lavoro.
B) Con
il pacchetto Treu del 1997 (Governo Prodi e successivo Governo D’Alema –sinistra-) è stato introdotto il
famoso contratto Co. Co. Co.,
con la motivazione di rendere flessibile la contrattazione al fine di attirare
investimenti stranieri (falso). In realtà oltre ai Co. Co. Co. sono intervenute
altre forme peggiorative, partite
IVA, contratti a
progetto, per ultimo (con la complicità del sistema Buoni INPS)
il sistema di sfruttamento dei “Voucher” ed i “contratti a tutele crescente”
dove la sanzione al licenziamento illegittimo è una mancetta senza
riconoscimento alla dignità del lavoro (ma il lavoro non era il principio
costituzionale su cui si fonda la nostra Repubblica?), con la motivazione, di
rendere il mercato del lavoro flessibile, al fine di avere più
opportunità per l’occupazione dei giovani, (falso) .
C) Ai
pensionati, con la soppressione della perequazione automatica della pensione e
dal 2012 la riduzione della
pensione, è stato imposto ai padri di rinunciare parte della propria
pensione in favore dei figli, (falso).
D) E’
stato fatto digerire ai lavoratori la soppressione dell’art 18 dello Statuto dei
Lavoratori, con il “proposito” di attirare investitori nel
nostro paese (falso). In realtà lo scopo è stato quello di licenziare
liberamente e quindi, di spaventare e scoraggiare i
lavoratori a svolgere attività sindacale sul posto di
lavoro, dato che, come detto, è stato cancellato il reintegro per licenziamento illegittimo (senza
giusta causa o giustificato motivo), il vero scopo evidente è stato
quello di far uscire il sindacato dal posto di lavoro, o peggio ancora
di renderlo complice a discapito dei lavoratori.
E) Negli anni 80/90 del
secolo scorso le Associazioni imprenditoriali, hanno sostenuto per anni che la
crisi produttiva delle imprese Italiane era dovuta dalla scarsa competitività a
causa del costo del
lavoro molto alto (falso).
Nel Gennaio 2002, con l’entrata in vigore della
moneta “Euro”, i salari e le pensioni sono stati attestati al valore di 1 € equiparato a 1.936 £, con il Governo Berlusconi dal 11/6/2001 al 20/5/2005, il settore del commercio abusando della complicità del governo per
non aver vigilato (probabilmente
voluto) ha equiparato 1€ a 1.000 £, di fatto il costo del lavoro si è dimezzato.
Nonostante il dimezzamento, del costo del lavoro,
favorito dall’abuso falsato del valore delle merci, il
settore produttivo privato, continua a dichiararsi in crisi.
Continuano a raccontarci le falsità sulla crisi economica e
produttiva, scaricando i costi su molti e concentrando su pochi la ricchezza.
F) Nel passato recente, la Confindustria, (l'associazionismo
sindacale degli imprenditori) ed alcune forze politiche,
hanno sostenuto con forza che la nostra economia era in crisi a causa della
ancora troppa presente, influenza Statale.
Le privatizzazioni
sono state auspicate per migliorare i servizi e per una maggior
concorrenza nei mercati, per consentire sia una riduzione di prezzo degli
stessi, sia per un miglioramento della qualità e
della quantità disponibile sul mercato(falso).
I sostenitori
delle privatizzazioni, hanno lamentato per anni la mancanza di una cultura
liberista sufficientemente sviluppata, tale da suscitare una decisa domanda di
riforme, affidando l’economia al libero mercato più che allo Stato, un esempio
fra tanti il regalo dell’Afa Romeo alla FIAT.
Le privatizzazioni
in Italia sono iniziate a partire
dagli anni
1990, favorite sia da governi di destra, sia da governi
(presunti) di sinistra. In realtà tutto questo non ha
fatto altro che aggravare ancor più la crisi tuttora in atto, evidenziando il
fallimento del liberismo. E’ scomparsa ogni forma di politica
industriale da parte dello Stato, con la conseguente
delocalizzazione all’estero, da parte delle grandi imprese italiane.
Ultimata
la stagione delle privatizzazioni, la Corte dei Conti con un documento del 10 febbraio 2010, ha pubblicato uno
studio nel quale elabora la propria analisi sull'efficacia dei provvedimenti
adottati. Il giudizio, che rimane neutrale, segnala sì un recupero di
redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato; un
recupero che, tuttavia, non è dovuto alla ricerca di maggiore efficienza,
quanto piuttosto all'incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche,
ecc. ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei. A questo aumento,
inoltre, non avrebbe fatto seguito alcun progetto di investimento volto
a migliorare i servizi offerti.
Le privatizzazioni sono
state “motivate” anche dalla
necessità di ridurre
il debito pubblico (falso).
Mese/Anno Debito pubblico -Miliardi di €
Avvio
delle privatizzazioni Giu. 1992
799
Gen. 2000
1.270
Nov. 2016
2.229
G) Con
l’inizio della prima Repubblica, i Governi gestiti dalle forze politiche di destra (DC,
PLI, PR, PSDI) hanno utilizzato la Pubblica Amministrazione per loro
tornaconto politico.
Parte delle assunzioni nell’apparato pubblico sono state
utilizzate a scopo clientelare, come serbatoio di voti, da incassare
al momento delle elezioni, quale ringraziamento del posto ottenuto, o per lo
sviluppo di carriera all’interno della struttura pubblica, (purtroppo con la
complicità del sindacato CISL, UIL e negli ultimi trent’anni anche con la
complicità della CGIL).
Quindi, la P.A. in questo modo, per volontà politica e per
clientelismo, non poteva esprimere al meglio la capacità di offrire il servizio
nell’interesse del cittadino, cioè un servizio pubblico adeguato ed efficiente.
Il paradosso della prima repubblica è stata la grande anomalia del nostro paese, i
partiti di destra (DC, PRI, PL, PSDI) contrari all’iniziativa pubblica erano al governo e gestivano la
P.A. rendendola inefficiente, mentre il PCI e PSI a favore dell’iniziativa pubblica erano all’opposizione.
Ebbene,
“questa destra politica” ha cavalcato l’inefficienza della P.A.(per loro responsabilità) in forma anticomunista, nel far assimilare,
all’opinione pubblica, l’inefficienza della P.A. con la cultura del PCI, poiché
favorevole all’iniziativa pubblica e nei momenti elettorali, invitava l’elettorato
a prendere le dovute distanze dal PCI, facendo credere, “in modo ingannevole”, che
nel caso di un eventuale governo a guida Comunista, ci sarebbe stata
l’inefficienza dello Stato!! Per interesse di parte, i cittadini stanno pagando
seriamente in termini sociali, l’inefficienza dell'apparato Pubblico.
Detto questo non voglio pensare
che non vi è via d’uscita in questo paese. Nel passato nei momenti
difficili, l’Italia ha dimostrato di
avere avuto grandi ricchezze culturali ed ideali, che hanno consentito sviluppo
e progresso, basti pensare all’Umanesimo e
al Rinascimento, periodi
storici che definirei dal punto di vista culturale, Rivoluzionari. In sostanza
la rivalutazione
dell’essere umano che, in totale contrasto
con il pensiero medievale, viene
considerato il cardine dell’Universo.
Il centro
propulsore dell’Umanesimo e del Rinascimento ha permesso di far emergere personaggi importanti,
da Leonardo a Michelangelo per l’arte, Machiavelli ed Ariosto nel
campo letterario.
L’uomo al posto di Dio, dunque, capace
di costruire da sé il proprio destino, di dominare la natura e di rendersi
protagonista della storia senza dover ricorrere all’intercessione divina, viene
così ad essere un inno alla libertà, una libertà che trova origine
dall’uguaglianza.
Questo occorre
oggi riferito ai partiti. Quindi, pensare in modo
aperto, fuori dagli schemi tradizionali per liberare l’uomo dai vincoli dei partiti,
purtroppo, in mancanza di un progetto e di memoria storica, proliferano i
populisti e gli egoismi personali.
La democrazia nel nostro paese è bloccata dal sistema
elettorale che non permette liberare l'uomo
dai vincoli dei partiti.
Prima della legge elettorale
Rosatellum (Legge per MANIPOLARE IL CONSENSO), per lungo
tempo ogni partito (compreso il M5S) era teso a risolvere l’atroce dilemma, se fare prima la legge elettorale per condizionare
un determinato risultato, o fare prima le elezioni (battere il ferro adesso che è caldo) nella
speranza di stravolgere l’equilibrio elettorale, tutti alla ricerca di una
forma per garantirsi il potere, anziché tutelare gli interessi del Paese.
Il
Parlamento è stato impegnato per anni per sciogliere il dilemma (nella forma
metaforica) “chi è nato prima, l’uovo, o la gallina”, e non per i
problemi economici e sociali dei cittadini,quali:
occupazione, povertà, servizi
pubblici in disfacimento, giovani, imprese,
territorio ecc.
Equivale a dire “prenotiamo il biglietto del treno, poi decidiamo, dove andare a fare la gita; Ma se poi decidiamo di andare in America a che serve la prenotazione del treno? Per andare in America occorre l’aereo o la nave nel caso di una crociera.
Quindi per l’interesse dell’Italia, bisognava stabilire prima, quale futuro vogliamo per il nostro paese, poi adeguare lo strumento elettorale per raggiungere tale progetto.
Comunque nel bene e nel male il
Rosatellum, (utilizzata per MANIPOLARE IL CONSENSO) è Legge per voto di fiducia,
quindi sembrerebbe dire abbiamo risolto il problema, invece NO!!! solo per gli interessi
dei partiti.
In
effetti, occorre prendere atto che il SISTEMA ISTITUZIONALE in
vigore, determina, di fatto “QUATTRO
FATTORI” fondamentali:
PRIMO, il
numero dei partiti (giusto per la democrazia) presenti in Parlamento, oltre lo
sbarramento al 3% ma INCONCEPIBILE poiché bisogna stare dentro questo
sistema economico unico Liberal-Capitalista.
SECONDO, per
la “formazione di governo” occorre
raggiungere il 51% (in virtù della manipolazione del
consenso basta il 40% + il premio di maggioranza -meritato premio di che!!!!!-).
TERZO, Grande
contraddizione, durante l'attività politica le formazioni politiche
si dividono, poi durante le elezioni per formare un’alleanza (o patto) di
governo, che arrivi al 51%, vanno alla ricerca di unirsi con accordi
elettorali (per garantirsi spazi di potere), anche con visioni politiche e
posizioni diverse tra loro, altrimenti non vi era motivo di essere separati.
QUARTO, i
piccoli partiti necessari per determinare la coalizione di governo, esercitano
pressioni ricattatorie per ottenere spazi politici e poltrone, (vedi Alfano).
Il sistema così concepito determina il BLOCCO ISTITUZIONALE a danno della democrazia rappresentativa.
Quindi, durante la vita dei
partiti, per dissidenza politica al loro interno, si dividono, poi alle elezioni si uniscono necessariamente
per fare un blocco elettorale. Dopo il risultato elettorale se nessuno dei blocchi raggiunge il 40%, si tenta di trovare
un ulteriore accordo
per formare
un’alleanza di governo con altri partiti, con la contraddizione
che durante la campagna elettorale sono stati in competizione tra loro. In
pratica, i partiti più piccoli giocano un ruolo determinanti per raggiungere il
51% ovviamente in cambio accordi in forma ricattatoria per ottenere poltrone e
altro. Non è escluso che nessun dei gruppi riesca a formare il 51%, in questo
caso si dovrebbero
rifare le elezioni, per scongiurare quest’assurdità, i partiti dopo
lunghe trattative ricattatorie faranno ulteriori accordi politici sempre più,
a basso
livello. Di fatto, un partito con il 3% che decide di fare
parte della maggioranza partecipa al 100% del potere, mentre un partito che non
fa parte della maggioranza e ottiene il 30% è fuori dal governo.
Ma che ci vuole
a capire che occorre decidere prima la meta e poi stabilire il mezzo per arrivarci.
Occorre
avere la consapevolezza della difficoltà di un percorso del genere:
1) I partiti non sono
disponibili a cambiare, in quanto non consentono mettere in discussione la
propria formazione politica in forma di fortino sul quale sventola su ogni
fortino la stessa bandiera del Capitalismo.
2) La mancanza di ideali ha
determinato una trasformazione sociale del Paese, con forme d’individualismo e
di egoismo. Pertanto è venuto meno il contributo anche volontario delle persone
che provengono dalla cultura (come nel passato) diffidenti e non stimolati
dalla politica.
Nel
passato il PCI, quale soggetto politico, con una sua visione ideale e di
progetto ha avuto una grande capacità di attrazione, intrecciando l’ideologia
Socialista/Comunista con la pratica politica quotidiana collegato con il
territorio (progetto e strumento). Molti esponenti della
cultura erano vicini al PCI e negli anni 70, con a capo Enrico Berlinguer il
partito conobbe la sua massima espansione. La democrazia si èra ampliata a
ragnatela, con la partecipazione della gente nelle varie strutture, (Sezioni,
comitati di quartiere, consigli di classe, sul posto di lavoro, ecc.), quindi
maggiore cultura e democrazia.
Purtroppo,
le prossime generazioni, a differenza da quelle del passato, non essendo
supportate dalla memoria storica saranno abbandonate a loro destino individuale.
Sistemi economici mondiale nel secolo passato
All’inizio del secolo scorso in sostanza vi erano due forme economiche alternative
che si fronteggiavano le quali regolavano la vita dei popoli.
-Quella del modello Liberal/Capitalista nella gran
parte del pianeta con le dovute differenze strutturali.
-Quella del modello del Socialismo reale in Unione
Sovietica che fu la prima nazione a basare la sua economia sui principi del
socialismo in cui lo Stato possedeva i mezzi di produzione e
l'agricoltura era collettivizzata basata su un sistema
di economia pianificata.
-Nella seconda metà del secolo scorso l’Italia ha percorso una terza forma
alternativa dell’economia, cioè, al sistema economico capitalistico integrare
e far convivere strutture produttive Statali di interesse comune e nazionale.
Poiché il sistema capitalistico non accetta la presenza dello Stato
nell’economia ne tantomeno controlli Statali che controllano la produzione, -ma
pretendono che lo Stato intervenga in particolari situazione di crisi economica
e finanziaria-, a distanza di anni, dal 1992 l’Italia ha avviato processi di
privatizzazione generalizzata, togliendo allo Stato ogni forma di
regolamentazione equilibrata dell’economia.
Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, cioè il Socialismo reale si è interrotta la fase sperimentale
economica alternativa al Capitalismo, di conseguenza anche l’attuale “socialismo di mercato”
della Cina ha dovuto modificare il suo modello
economico regolando per legge la proprietà privata, avviando così una forma di
capitalismo di Stato.
In effetti il mondo vive con unica forma economica di tipo Liberlal/capitalistico
incontrastato da modelli alternativi. Di fatto per la sopravvivenza dello stesso
sistema capitalista, oggi si sviluppa
con l’acutizzarsi delle contraddizioni:
-lo sviluppo del modo di produzione
capitalistico genera la distruzione degli eco-sistemi naturali;
-ampliamento della differenza di classe (vocabolo in disuso, ma esistente) borghesia contro il proletariato;
-contrapposizioni fra Stati dello stesso sistema economico capitalistico, cioè l’imperialismo contro paesi e popoli oppressi, una nazione può essere
interessata a far scoppiare un conflitto locale per impossessarsi delle risorse
per poi dimostrare la sua forza economica; il capitalismo
occidentale è interessato a smantellamento progressivamente lo Stato
sociale.
Tutto questo determina le principali contraddizioni non soltanto a livello mondiale,
ma anche all’interno della propria Nazione.
Altro elemento che rafforza il Capitalismo è la cosiddetta globalizzazione, che
presenta due aspetti:
uno positivo, la mondializzazione dell’economia, cioè il libero
scambio, come fattore di progresso universale;
l’altro negativo, per l’imposizione da parte della finanziarizzazione del
capitale finanziario canalizzato per lo sviluppo economico finalizzato a
raggiungere il maggior profitto attraverso le grandi multinazionali.
Nel mondo sono avvenuti grandi cambiamenti storici
Con la “Rivoluzione
d’Ottobre”, l’Unione Sovietica attraverso lo Statalismo ha dimostrato che può
esistere un sistema economico
alternativo a quello capitalistico. Nonostante ciò,
l’Unione Sovietica non viene distrutta dai suoi nemici (gli USA, il Papa polacco, i
dissidenti …), ma per implosione, in quanto l’uomo,
prigioniero del suo sistema politico, ha determinato il fallimento, nonostante Gorbaciov del 1985 annunciò che l'economia sovietica era
stagnante e che era necessaria una riorganizzazione, che furono: uskoréniye (accelerazione), ma poi glásnost (liberalizzazione, apertura, trasparenza), e perestroika (ricostruzione).
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La “Repubblica Popolare Cinese” alla sua fondazione era uno Stato socialista con un'economia pianificata,
votato alla realizzazione del socialismo reale. Nella seconda metà del Novecento si afferma una
linea economica che inizialmente segue il modello sovietico e poi tenta un
percorso alternativo che porterà al disastro. Dopo le molteplici carestie, nel paese, si afferma Deng Xiaoping, che
riorganizza l'economia cinese, favorendo il riconoscimento costituzionale della
proprietà privata e l'apertura del mercato a investimenti esteri. Nel 1978 la Cina è diventata l'economia dalla crescita
più rapida al mondo. A partire dal 2013 è la seconda economia più grande al
mondo. In sostanza si è affermata una forma di capitalismo di Stato; Detto semplicemente, le politiche sono
gestite dallo Stato, lasciando libero l’uomo di organizzarsi, con forme capitalistiche con tutte le conseguenze e contraddizioni
che ne conseguono.
La
dissoluzione dell’Unione Sovietica del
1991, e il nuovo corso politico ed economico della Repubblica Popolare Cinese, il mondo si è trasformato da economia "bipolare" a "unipolare" liberal-capitalista
in
una economia globalizzata.
Dopo la seconda guerra mondiale l’Europa
Occidentale ha avuto una fase economica e sociale di grande interesse che ha
permesso lo sviluppo e benessere, in particolare in Italia, fino ad arrivare al
famoso Miracolo Economico o Bum Economico del 1963,
questo è stato possibile attraverso i seguenti fattori principali:
·
Fase di ricostruzione del disastro causato dalla guerra,
periodo in cui siamo passati da una società contadina ad una società
industrializzata, nell’87 l’Italia diventò quinta potenza mondiale e nel 91
quarta.
·
Il consolidamento e lo sviluppo produttivo con: nuovi
processi industriali con nuove invenzioni inesistenti precedentemente; settore
edilizio (case, autostrade e infrastrutture); settore dei trasporti (Camion,
Pullman, Autovetture, emarginando il trasporto ferroviario); settore chimico;
Settore sanitario; Settore agricolo con l’introduzione di nuova tecnologia; ecc.
·
L’esportazione dei
prodotti Italiani favorito dallo sviluppo industriale, poiché Italia é una
nazione di trasformazione.
In questa fase di ricostruzione e di sviluppo,
l’organizzazione dei lavoratori –Sindacato- ha conquistato spazi di potere
contrattuale, permettendo miglioramenti salariali e dignità di lavo nel ciclo produttivo. Sul piano sociale i cittadini hanno avviato
nuovi modelli di vita, dovuto in particolare dall’economia industriale di
trasformazione della materia prima, con un periodo interessante sul piano
dell’esportazioni di tecnologia industriale e di ingegneria edile.
Questo processo è stato favorito dal basso costo della
fonte energetica derivata dal petrolio (oro nero), il petrolio era prodotto ed immesso sul
mercato da società petrolifere sotto il controllo occidentale, le quali, riducendone gradualmente il prezzo, avevano lentamente svalutato
il valore delle azioni che i governi arabi avevano precedentemente acquistato.
Il mercato
petrolifero durante questo periodo rimase sotto il controllo delle più
importanti compagnie petrolifere, -definite da
Enrico Mattei- le “sette sorelle” Anglo/Americane/Olandese (Esso
–Shell –Oil –Mobil –Texaco –Chevron –Gulf/Oil), che monopolizzarono il ciclo
del petrolio. Questo ruolo si è andato riducendo con il tempo a causa
della perdita di concessioni mediorientali in seguito alla nazionalizzazione
delle industrie petrolifere da parte dei governi locali.
Nell’anno1973 vi fu, un’improvvisa ed inattesa interruzione nel
consueto flusso di petrolio, non si trattava di scarsità di
greggio, semplicemente dal fatto che i produttori che ne disponevano
maggiormente, avevano deciso di non essere pagati abbastanza bene, di
conseguenza i governi dei paesi maggiori produttori di petrolio, tutti membri
dell'OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries),
decisero di prendere il controllo della produzione del
greggio e della gestione dei prezzi per le esportazioni dai loro paesi.
Con il 2 dicembre 1973 iniziò l’austerity
a causa della riduzione della produzione del greggio e successivo aumento del
costo del petrolio.
Per fare fronte alla crisi il governo italiano adottò
una serie di misure di austerità, atte a contenere i consumi di prodotti
petroliferi che incisero sulla vita quotidiana e per la prima volta dai tempi
della crisi del 1929 si prospettava la recessione.
L’emergenza petrolifera durò fino all’estate del 1974 i provvedimenti restrittivi
cessarono, questa esperienza però aveva lasciato la consapevolezza che sarebbe
stato necessario ridurre la dipendenza dal petrolio attraverso la ricerca di fonti
energetiche alternative e cercare modelli sostenibili di sviluppo economico.
Da questo periodo economico difficile l’Italia e tutto
l’occidente, non hanno avuto la capacità
di riprendersi per ritornare ai livelli precedenti, con ripercussioni sulla
vita sociale dei cittadini, determinata anche dalla incapacità dei politici per
adeguare progetti politici alla nuova realtà.
Da questo momento storico l’economia occidentale è
entrata in fibrillazione con processi di recessione mai più sanata.
TERZA
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Con la crisi energetica, il capitalismo ha marcato la sua egemonia per difficoltà economica, a
questa crisi negli anni cinquanta e
settanta il capitalismo ha avuto la capacità di rigenerarsi dando
impulso a nuovi processi produttivi con l’avvio della terza rivoluzione industriale, con l’introduzione
della rivoluzione
digitale, detta anche rivoluzione
informatica, aprendo una nuova fase storica di trasformazione
dell’economia in vari parti del mondo.
La rivoluzione digitale ha comunque modificato la conoscenza, il lavoro, il tempo libero, la
cultura, scambi della comunicazione
in tempo reale, è diventata indispensabile nella vita sociale, tendente
a trasformare la società in tutte le sue forme. Essa ha cambiato in parte
il mercato
del lavoro creando il cosiddetto settore
terziario avanzato.
L’espansione
dell’informatizzazione con una accelerazione notevole, crea certamente nuovi
posti occupazionali ma rischia di soppiantare il vecchio modo di produrre, con
tutto quello che ne consegue per i lavoratori non facilmente riconvertibili,
con perdita occupazionale.
Con questo accenno storico, occorre
prendere atto che
l’unica cosa certa, è l’attuale presenza di
un’economia globalizzata
con nuove forme di produzione in un sistema
liberal-capitalista.
La globalizzazione si è sviluppata
dall’intensificazione degli scambi internazionali, al punto che ogni nazione è dipendente dalla
globalizzazione, cioè dalla creazione di un unico mercato globale, senza più
barriere protezionistiche, libero da forme tradizionali di protezioni delle
economie europee del dopoguerra (frontiere, dazi ecc.).
Per
globalizzazione si intende il legame della rete di relazioni e di reciproche
dipendenze degli Stati Nazionali – in particolar modo di tipo economico e
culturale – che unisce i Paesi del mondo e si riflette, nel bene e nel male, su
masse enormi di popolazioni. La fitta rete dei trasporti internazionali (aerei,
treni, rotabili su gomma), permette
muovere in modo rapido cose e persone a costi sempre più bassi. Con l’avvento
della Rivoluzione informatica e Telematica (computerizzazione, informatica,
Internet) la comunicazione e gli spostamenti di denaro (virtuale), viaggiano da
una parte all’altra del mondo in tempo reale. Questa interdipendenza, i paesi
del mondo di fatto sono strettamente collegati tra loro, con la tendenza a
uniformare gli stili di vita e le abitudini, economia, alimentazione,
abbigliamento, cultura, ecc.
La
globalizzazione inarrestabile per interessi economici, è contro la
civiltà, poiché determina conflitti e povertà, con forme di
scambio e concorrenza sleale tra i paesi a basso salario e paesi ad alta
protezione sociale, con conseguente disuguaglianza sociale, disoccupazione e
povertà. Modificando anche processi produttivi del passato (professioni ,
giornali telematici, ecc)
Di
fatto si sono diffuse idee neo-liberiste, si è
ridotta “la sovranità Nazionale” con un progressivo trasferimento di sovranità
democratica dagli Stati-nazione ad entità internazionali e sovranazionali con ripercussioni su alcuni
punti cruciali: (politica
fiscale), (spesa
pubblica a fini redistributivi),
e (politica macroeconomica).
In ogni caso la globalizzazione “condiziona” le produzioni nazionali e le tradizioni
popolari, negli ultimi anni si è osservato che avrebbe ingenerato un rapido e
progressivo processo di impoverimento culturale delle masse a seguito della
mondializzazione dell'economia.
Tuttavia, il fenomeno della globalizzazione appare come un
fenomeno economico-sociale inevitabile e inarrestabile ‒ in quanto legato
all'evoluzione della stessa società moderna e più in generale alla modernità ‒,
pertanto occorre avere maggiore attenzione sugli effetti sociali su povertà e disuguaglianza.
Anche l’Europa rientra in questo quadro complesso
della globalizzazione.
L’Europa
geografica del secolo passato, ogni Stato era chiuso nei propri confini, con la
prima e la seconda guerra mondiale ha segnato una pagina buia della storia per
i valori dell’umanità.
All’interno dell’Europa, nella storia, si sono formate una serie
di molteplici culture, per questo, è considerato il continente con una massima
diversità culturale, con una più ampia gamma filosofica, l'umanesimo giudaico-cristiana e
laica, modi razionali di vita e di pensiero logico sviluppato attraverso
cambiamenti e di formazioni con gli esperimenti di : illuminismo, naturalismo,
romanticismo, la scienza, la democrazia, il fascismo, il comunismo, e il
socialismo.
Così la questione della "cultura
comune" o "valori
comuni" è molto più complessa di quanto può sembrare.
In definitiva la storia e la cultura europea hanno influenzato
notevolmente quella degl’altri continenti. A partire dalla metà del XIX secolo
con l'espansione dell'istruzione europea e la diffusione del colonialismo, la
cultura europea e il modo di vita, si può considerare trasformata in cultura globale.
Con questa cultura e con una visione di prospettiva Antonio Spinelli -considerato padre
fondatore- ha avviato il lungo cammino dell’Unione
Europea iniziato con il congresso dell’Aia nel 1948, ad oggi ne fanno
parte 28 Paesi.
Le competenze dell'Unione Europea comprendono: le politiche economiche (agricoltura e commercio), gli affari
esteri, la difesa e alla protezione ambientale, con una politica agraria comune, la politica estera
comune e la presenza di fondi
strutturali per il raggiungimento degli obiettivi socio-economici
preposti.
In questo quadro
complesso della problematica politica ed economica
occorre una
forte coesione di unità Istituzionale
Nazionale,
anziché dividersi in tante forme di
partito per interessi di parte; -partiti che crescono come funghi; -partiti che
si dividono per incompatibilità politica e poi nella competizione elettorale
vanno alla ricerca di aggregarsi per evitare di essere esclusi dal potere; -partiti
in assenza di progetti politici, per avere il consenso elettorale, usano forme
tipo “mercato delle aste”, cioè a chi promette di più; -l’impossibilità di singoli
politici a comprendere tutti gli aspetti complessi della società; -la gravità
maggiore sul piano territoriale è la continua conflittualità Istituzionale tra
Comuni, Regioni, e Governo per contrapposizione ideologica a seconda di chi
governa, destra, sinistra, centro.
Tutto questo genera ingovernabilità e instabilità
politica.
In presenza
della globalizzazione sempre più avanzata, che capacità politica e culturale
possono avere i singoli partiti con 3-10-30%
del consenso, mentre invece occorre una
forte unità Istituzionale
Nazionale tra la gente e le Istituzioni.
Con la globalizzazione si intensificano e si
concentrano gli interessi economici.
Sul piano
politico sono venuti meno tutti i riferimenti ideologici tradizionali,
a cui aspirarsi, di fatto stanno saltando tutti gli schemi politici nel mondo
occidentale ed oltre.
Il sistema dei partiti, aveva un fondamento e validità
nel momento storico del passato quando nel mondo vi erano due grandi tendenze
ideologiche, quella liberale-capitalistica e quella Comunista che
si fronteggiavano.
Ebbene, sul piano economico, -nel bene e nel male-, rimane questo
sistema economico, al quale si possono fare solo degli aggiustamenti, a questo
scopo è possibile agire sul piano politico con una forte coesione nazionale, in modo tale che tutte le forze concorrano
nell’interesse comune.
Che senso ha,
dividere il Parlamento, Governi e Istituzioni con
sinistra, destra,
centro
se dobbiamo
stare all’interno di questo sistema economico globalizzato?
(il
governo M5s-Lega è la conferma di questa anomalia)
Nel secolo passato, nei vari paesi
dell’occidente, i
partiti sono stati lo strumento
determinante per l’espansione della
democrazia e
lo sviluppo sociale; Da
diversi anni la presenza dei partiti in mancanza di idealità di un progetto
politico unitario per il paese hanno bloccato la stessa democrazia, facendo
pagare costi sociali ed economici per la società.
Di fatto la democrazia politica delegata, con la presenza
dei partiti, e la globalizzazione ha
esaurito la sua spinta propulsiva.
I partiti,
in presenza della globalizzazione
e delle difficoltà per la “governabilità”, s’inventano
cose assurde, Renzi (con la complicità di Napolitano), resosi conto
della ingovernabilità ha tentato il golpe politico con
il referendum del 4 dicembre 2016, promuovendo la riforma della seconda parte della Costituzione, nel tentativo di
accentrare parte del potere su di sé (tra l’altro senza essere eletto); la cosa
inqualificabile è stata quella di aver inserito nel “pacchetto normativo” oggetto
del referendum, la soppressione del CNEL e
la riduzione dei parlamentari
come specchietto per le allodole.
Anche il sistema
elettorale con il premio di maggioranza è un meccanismo perverso, finalizzato ad ottenere la
maggioranza parlamentare (virtuale) nel tentativo di favorire una fantomatica governabilità.
Ebbene, questo è il vero problema della crisi ISTITUZIONALE.
COME
INTERVENGONO LE ISTITUZIONI NELLA SOCIETA’
L’Italia, sotto la dittatura fascista e l’occupazione
nazista, trovò le energie di ribellarsi, avviando successivamente un percorso democratico di unità iniziato nel 1943 con CLN.
(Comitato di Liberazione Nazionale) e l’anno successivo il sindacato fu ricostituito come UNICO ORGANISMO SINDACALE su
tutto il territorio nazionale. Nel 1946 fu indetto il Referendum
Istituzionale per decidere la forma di governo, Monarchia o Repubblica,
con la vittoria della Repubblica.
Nel dicembre 1947 fu
approvata la COSTITUZIONE ITALIANA. Nel febbraio 1947, nasceva il primo governo
della Repubblica Italiana, formato da tutti i partiti dell’arco costituzionale
presieduto da De Gasperi. Dopo
questa breve fase storica di grande
interesse nazionalistico, tutti i partiti iniziarono ad organizzarsi con
la presenza attiva sul territorio, quale luogo di confronto
e di sintesi politica, in cui creare e far crescere quel progetto di società
che si vuole realizzare.
Questo avvio d’interesse Nazionale Unitario non fu ben visto dalle
lobby internazionali, le quali condizionarono la DC per interrompere lo
spirito patriottico unitario, di fatto, a maggio 1947, De
Gasperi aprì la crisi di governo per formare un nuovo esecutivo, con il PCI e
PSI all’opposizione, con lo scopo, da un lato porre fine all’Unità Nazionale e
dall’altro l’inizio del Centralismo a guida DC, dando cosi avvio
alla contrapposizione dei partiti anziché la contrapposizione dialettica, anche sul
fronte sindacale si è voluto operare con la divisione, avvenuta nel 1948, con la SCISSIONE promossa
dai sindacalisti cattolici della Democrazia Cristiana, con la nascita della CISL (DC), e
della UIL (PSI-PRI-PSDI-PLI).
Con questi due atti si è voluto rompere lo spirito nazionalistico,
operando sulla divisione del paese, come diceva
Giulio Cesare “divide et impera”, questo nuovo corso della politica Italiana, la DC con la
sua centralità per il potere Istituzionale, costruiva volta per
volta varie forme di coalizione allo scopo di bloccare una forza importante
come il PCI all’opposizione, stringendo accordi, inciuci e forme elettorali per
garantirsi il potere fino ad arrivare a TANGENTOPOLI.
Dopo anni di contrapposizione tra
partiti da un lato, e dall’altro la costruzione paziente della politica per gli
interessi dei cittadini e dei lavoratori, alla metà degli anni 70, sull’onda
della crisi politica ed economica provocata dal blocco energetico del petrolio,
per tutelare responsabilmente l’interesse Nazionale, nel luglio 1976 è stato
avviato un percorso teso a costituire un Governo di Solidarietà Nazionale. Su questo nuovo corso della
politica, si scatenarono forze nazionali e internazionali fomentando ad arte il terrorismo per
destabilizzare lo Stato, arrivando persino all’uccisione del Presidente Moro,
con l’intento di arrestare e rompere questo nuovo corso storico di
interesse Nazionale, la rottura avvenne
l’11 marzo 1978,
Con la rottura del 78, dall’inizio degli anni 90
la politica ha navigato senza il timone, portando il Paese alla deriva: vi è
stata la cancellazione del PCI con la Bolognina; lo scioglimento della DC e del
PSI per tangentopoli; l’avvento del Berlusconismo; in quest’ultimo periodo la
nascita del M5s. In questa scomposizione politica confusionale, si è dilagata la
corruzione, si sono accentuati gli scandali, si è alimentata la disaffezione
dei cittadini dalla politica anche per i sacrifici imposti a causa del
peggioramento dell’economia.
La perdita di riferimento ideologico della sinistra, di fatto ha
determinato il disorientamento culturale e organizzativo all’interno alla
sinistra tradizionale, con l’aggravante, occupare spazi di potere, pensando di
poter incidere sull’economia capitalistica dall’interno delle Istituzioni,
mentre invece è finita per integrarsi nel sistema con politiche di destra. Questo percorso non consono alla sinistra ha determinato un
abbassamento culturale, coinvolgendo e trascinando le altre formazioni
politiche a competere sullo stesso basso livello, in una forma di
banalizzazione dei partiti, al punto, che i cittadini non
riescono più a comprendere la diversità, considerandoli che sono tutti
uguali.
Dopo che i cittadini hanno esercitato il diritto dovere civico e
democratico con il proprio voto, il partito si appropria della delega elettorale
e avvia il suo percorso politico, a volte diverso da quanto promesso nella
competizione elettorale, dopo di ché, inizia il calvario della anomalia
Istituzionale, perché lo scopo principale di ogni partito è quello di occupare il gradino più alto del
podio, cioè agguantare le leve di comando del Governo, poiché è l’Istituzione nel quale si
decide e si esegue la politica per il paese, con programmi
politici di parte stabiliti dal governo (con la sua
maggioranza parlamentare di parte), per imporre e far rispettare a tutti i
cittadini.
Quindi il Parlamento non è la rappresentanza
reale dei cittadini, ma è la rappresentanza funzionale alla legge
elettorale, finalizzata a favorire
la coalizione successiva di governo, con una limitazione
determinante della Democrazia, questa
è la grande “Anomalia Istituzionale” che dura da circa 70 anni, cioè dalla rottura del primo governo della Repubblica Italiana ad oggi con la logica della contrapposizione tra maggioranza e minoranza (opposizione).
Con la logica della contrapposizione politica, in molti casi si alimenta
anche la conflittualità Istituzionale a seconda della maggioranza politica tra Governo Nazionale, Governo Regionale e Governo Cittadino.
Ebbene, il Parlamento, anziché avere la centralità politica
rappresentata da tutte le componenti politiche, assolve il ruolo subalterno al Governo, il quale assume una forma di CONFLITTO D’INTERESSE, poiché è la struttura Istituzionale che decide ed esegue la politica per
la Nazione imposta esclusivamente da alcuni partiti che ne fanno parte.
In effetti il CONFLITTO D’INTERESSE ISTITUZIONALE stimola la corsa
dei partiti ad occupare il governo con leggi che manipolano il consenso, questa forma
politica determina la conflittualità litigiosa tra i partiti per il potere,
anziché una conflittualità dialettica che sarebbe salutare, la conferma
è quanto avviene con il caos attuale della politica.
La gravità
della crisi sociale ed economica, aggravata dal conflitto Istituzionale, impongono scelte responsabili di coesione nazionale,
con al centro il senso dello Stato, come è
avvenuto in altri momenti storici del passato, -superando ogni forma di “fortino”-, per una vera TERZA REPUBBLICA, cioè, ipotizzare
di RIORDINARE I
RUOLI DELLE ISTITUZIONI, Potere
Legislativo “Parlamento” e potere esecutivo “Governo”, che valorizzi e ampli la DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA, di cui oggi è molto lacerata.
Pertanto le funzioni Istituzionali vanno ricondotte nei propri ruoli
corretti, ponendo la centralità del
Parlamento poiché è l’organo Istituzionale rappresentativo
di tutte le forze politiche, autorizzato e idoneo a determinare le
politiche Nazionali, mentre il Governo (“Potere
Esecutivo”) con le sue strutture Ministeriali esegue le decisioni del
Parlamento, superando così il conflitto d’interesse Istituzionale.
Questo permetterebbe evitare molti ostacoli - leggi e contro
leggi, inciuci, tempi lunghi, evitare alleanze a priori con accordi
sottobanco-, sicuramente, con grande valore politico aggiunto, ma
soprattutto, si discuterebbe di politica per l’interesse del Paese.
In questo modo si afferma un ruolo di vera democrazia
Istituzionale avanzata, passando dalla contrapposizione ideologica dei
partiti alla dialettica democratica dei problemi.
Questo nuovo ordine
Istituzionale, farebbe assumere all’Italia un ruolo d’interesse internazionale,
con benefici anche sul piano del lavoro.
A
conferma di quanto appena detto, alcuni accenni.
1) I cittadini
hanno la convinzione che mettendo una croce su un foglio di carta ha compiuto
un atto democratico e rivoluzionario, mentre invece ha solo delegato ai
partiti a rappresentarlo nelle istituzioni e i partiti, acquisito il consenso,
spesso lo utilizzano per interesse di casta.
2) Anche lo strumento
del 51% blocca
la democrazia, infatti per la formazione dei governi è necessario ottenere il
51% [in realtà ANCHE MENO] dei voti
in Parlamento, e questo comporta una continua ricerca di alleanze (spesso
strane e contraddittorie) tra i partiti, persino la compravendita dei
parlamentari. In questo modo passano giorni a volte mesi per formare un
governo, come già detto in precedenza.
3) Il percorso storico dell’Europea, dopo l’avvio difficile ma
interessante, successivamente ha avuto una lunga fase di consolidamento e di stabilità
dell’Unione Europea, oggi vive delle forti contraddizioni che mettono in serio
rischio la tenuta dell’UE, qualche esempio:
-Come è stato
possibile consentire l’intervento unilaterale in Libia da parte della Francia
per spodestare Gheddafi, senza una decisione dell’UE, scaricando le
ripercussioni su tutti gli Stati Europei.
-Come è stato
possibile assistere all’inerzia dell’U.E. di fronte al fenomeno dei migranti
che arrivavano in Europa, inizialmente con la rotta dei Balcani, chiusa questa
rotta è stata utilizzata la via del mare per l’Italia.
-Come è
possibile che un Ministro Italiano (Salvini) prende una posizione personale sulla
Diciotti e l’U.E. è assente.
-Le posizioni
politiche di ogni Stato non vengono espresse nel Parlamento Europeo, ma dai
personaggi di stato (Merkel, Salvini, Macron,
Orban ecc.).
-Il fallimento delle politiche implementate in Europa dal
2010 in poi – austerità fiscale,
riforme strutturali (di impronta marcatamente neoliberista) e politiche
monetarie espansive è ormai sotto gli
occhi di tutti.
-Chi decide -nell’ambito Europeo- della partecipazione
nazionale con missioni militari proprie nei conflitti internazionali.
Questo ed altro
dimostra una profonda CRISI ISTITUZIONALE DELL’U.E. aggravata dai
problemi politici, economici e sociali che ha messo a dura prova la tenuta
dell’Unione Europea.
Con una metafora
calcistica; In Italia la serie A è composta da 20 squadre che competono tra loro nel
territorio nazionale per raggiungere il primato, mentre nella competizione
internazionale tra nazioni, ovviamente viene formata la “Nazionale di
calcio” ed è la squadra che rappresenta la federazione a livello
internazionale, la Nazionale è composta dai migliori giocatori con
cittadinanza Italiana.
In politica,
-ovviamente in Italia come in altri Stati-, vi sono diversi partiti, (paragonate
alle squadre di calcio) in competizione tra loro che ambiscono al potere,
mentre nel rapporto internazionale della politica Europea- ovvero nel Parlamento Europeo non vi è la
rappresentanza Nazionale Politica (come la “Nazionale
di calcio”) formata dai migliori cittadini Italiani (come nel calcio), ma
dalla presenza dei parlamentari Italiani eletti nei vari partiti per poi confluire
divisi in formazioni ideologiche che non hanno più senso di esistere.
ma volta per
volta da esponenti politici nazionali di turno che scavalcando il “campo”
Parlamento Europeo (in questo caso Salvini, in altri Merkel, Macron, Orban ecc.),
come se in un incontro di calcio gli allenatori vedendo la difficoltà della
propria squadra intervengono direttamente invadendo il campo.
Pertanto con questo sistema Istituzionale, l’Europa
dalla sua fondazione è rimasta un’espressione geografica, non un soggetto
geopolitico.
In questo modo
si determina un serio CONFLITTO ISTITUZIONALE EUROPEO che penalizza la
Democrazia Parlamentare Europea, l’elezioni del 2019 per il rinnovo del
Parlamento Europeo è l’occasione per modificare l’UE al fine di rendere più
efficiente e efficacie la politica europea.
4) Nel campo
lavorativo la prima rappresentanza dei lavoratori era CGdL (Confederazione
Generale del Lavoro). Dopo la pausa del fascismo il
sindacato fu ricostituito unitariamente con il Patto di Roma. Il 3 giugno 1944,
con l'Italia ancora in guerra, Giuseppe Di Vittorio per
il PCI, Achille Grandi per
la DC ed Emilio Canevari per
il PSI firmano il Patto di Roma. Con esso si costituì un unico organismo sindacale su tutto
il territorio nazionale.
Tutte le
correnti, la comunista, socialista e cattolica convivevano
sotto lo stesso tetto in nome dell'unione di tutti i lavoratori.
Nel 1948 vi fu la scissione promossa da
sindacalisti cattolici della Democrazia Cristiana guidati da Giulio Pastore con la nascita di CISL (DC) e successivamente
la UIL (PSI-PRI-PSDI-PLI).
Ebbene, la presenza dei partiti nel
sindacato (comprensibile nella fase politica del passato in presenza di due
tendenze ideologiche) oggi diventa inconcepibile avere tre organizzazioni
sindacali, non essendoci più i partiti storici che hanno determinato la
formazione delle tre organizzazioni sindacali.
Quindi, necessita ripensare ad
una nuova forma di rappresentanza dei lavoratori con gli interessi dei
cittadini sul territorio.
5) Abbiamo visto
lo squallore per eleggere il Presidente della Repubblica a causa degli
interessi di parte dei partiti, quindi non un Presidente dei cittadini, ma dai
partiti che formano la maggioranza.
6) Le Commissioni
Parlamentari sono rappresentate “democraticamente” da tutti i partiti, dove per
interesse di parte spesso si raggiungono accordi pasticciati quando va bene, in
altri casi il blocco dell’attività delle commissioni.
7) I consigli di
amministrazione, esempio la Rai (Presidente e Consiglieri), nominati dai
partiti, in base al numero dei partiti e del loro consenso elettorale Rai1,
Rai2 e Rai3.
8) Le Fondazioni, politiche e sociali di
vario genere, - che hanno costi pubblici e che conosciamo poco -sono
controllate dai partiti, così come i partiti nominano le cariche rilevanti al
loro interno; Altro che costi della politica.
9) Quando il magistrato toglie la
toga per fare politica o presentarsi alle elezioni, il magistrato suscita
sospetti nell’adempimento delle sue funzioni di giustizia, anche se infondati,
che gettano un’ombra sulla sua carriera e sull’ordine a cui appartiene.
Quindi, la presenza dei partiti,
impedisce ad un magistrato di fare politica per il principio della imparzialità, impedendo di fatto il diritto alla libertà
individuale del magistrato, oltre al fatto che la società non può avvalersi
della professionalità di un magistrato in politica.
10) Spesso si assiste a
conflitti Istituzionali tra Comuni, Regioni e Governo Nazionale, non per
ragioni amministrative, che sul piano della democrazia e degli interessi dei
cittadini si possono assumere posizioni diverse, ma per battaglia politica per
motivi ideologici, cioè il Comune di destra, si contrappone alla Regione di
sinistra o viceversa, lo stesso vale per il Governo Nazionale di sinistra o di
destra.
11) Sul piano
internazionale, con i problemi mondiali che ci sono, non esiste una
funzione organica dell’ONU, piuttosto prevalgono gli interventi
diretti ed indiretti di pochi stati potenti che assumono le proprie decisioni
soltanto sulla base dei propri interessi, (la Francia in Libia e non solo,
l’America e Inghilterra nei paesi arabi, in Africa, vendita delle armi
(compresa l'Italia) ecc.). Quello che prevale sono le decisioni
dei G7, G8, G10, ecc. di fatto mettendo da parte ONU.
Questa prevaricazione delle potenze internazionali
si è accentuata in modo inarrestabile dopo la caduta dell’Unione Sovietica,
mentre in
precedenza i conflitti militari internazionali erano fortemente
limitati per l’equilibrio
militare tra il blocco Occidentale ed il blocco dell’Est con una pace
per il semplice principio basato sulla paura atomica.
L’elenco potrebbe
proseguire, questi sono solo alcuni accenni principali.
Con la prima Repubblica si
diceva: “cambiano i suonatori e la musica è sempre la stessa”.
Con la seconda Repubblica si
dice: “cambia la musica e i suonatori sono sempre gli stessi”.
Con la terza
Repubblica occorre: “cambiare lo spartito e di conseguenza i suonatori”.
I partiti purtroppo sono diventati un
ostacolo alla democrazia delegata, determinando il blocco sociale.
Occorre
pensare ad una Democrazia Progressiva più avanzata che preveda una Democrazia
delegata integrata con una Democrazia maggiormente partecipata sul
territorio, ma
non la “democrazia di internet” proposta da Casaleggio, quanto
piuttosto un luogo di confronto e di sintesi politica, in cui creare e far
crescere quel progetto di società che si vuole realizzare, per poi scegliere i
mezzi per raggiungerlo.
Dobbiamo prendere atto che la macchina dei partiti è
diventata OBSOLETA. Con
una metafora, è come una macchina con motore a scoppio rattoppata per molto
tempo, passata di mano in mano. Così com’è, non è più conveniente
continuare a ripararla, se vogliamo migliorare la
qualità della vita, con una valutazione attenta, occorre
abbandonare il vecchio modello a scoppio e sostituirla con un’autovettura con
energia elettrica ed in un prossimo futuro pensare ad un’autovettura ad energia
solare.
Nel
recente passato le culture ideologiche hanno favorito grandi consensi di
aggregazione di persone, ma hanno determinato anche forte contrapposizioni
sociali a volte anche violente. Oggi non ha più senso avere queste
contrapposizioni, come non ha più senso formare governi sulla base ideologica,
piuttosto su principi morali e sociali che sono gli elementi cardine della
nostra COSTITUZIONE.
L’indirizzo ideale a cui fa
riferimento il progetto “VEDERE IL FUTURO”
per una TERZA REPUBBLICA è
la
COSTITUZIONE.
. Garanzia di Civiltà
e di Democrazia
Rappresentativa Progressiva.
composta dalla Democrazia
Delegata integrata con la
presenza sul territorio della Democrazia
Partecipata
La
premessa a concretizzare questo progetto è la tendenza a superare le divisioni sociali
destra, sinistra, centro.
In
questa fase storica sono caduti i riferimenti ideologici, quindi occorre un
grande impegno culturale per superare le barriere ideologiche pur
mantenendo i propri ideali e per quanto possibile mantenere la storia personale
di sinistra e di destra. Questo non vuol dire rinnegare il passato
personale, una cosa è la nostalgia,
l’altra è la ragione.
Per
avviare un processo che unisce la nostra società tra sinistra e destra (che
oggi determina guasti) (mi riferisco in particolare alle prossime generazioni) occorre un forte ideale unificante che inizia dalle
Istituzioni.
La
forza ideale è LA NOSTRA COSTITUZIONE ,Garanzia di Civiltà e di Democrazia . (vedi
il risultato del referendum Costituzionale) quello che abbiamo sempre detto la
più bella del mondo, li ci sono il rispetto dei principi sociali e morali della
nostra società, quello che occorre è farla rispettare ed attuarla.
Insisto
nel dire ripartiamo dalla Costituzione ,Garanzia di Civiltà e di Democrazia . Il
tema della Costituzione è stato ampiamente discusso ultimamente
in occasione del sessantesimo anniversario dell’entrata in vigore della
Costituzione della Repubblica Italiana, organizzato, per il 17 gennaio 2008 in
un interessante incontro con il titolo “la Costituzione stella polare della
democrazia”, altro interessante dibattito pubblico è stato
organizzato il giorno 13 giugno 2016 presso la Biblioteca
Giordano Bruno con la Prof.sa Maria
Mantello in occasione del settantesimo anno dal
referendum istituzionale per scegliere tra Monarchia o Repubblica.
Q U I N D I
RIORDINO
DELLE ISTITUZIONI
- Potere Parlamentare e
Potere Esecutivo
A) Il PARLAMENTO
è composto di una sola camera ed è il centro
dell’attività politica, i parlamentari, -con un numero fortemente ridotto-, sono eletti in modo
proporzionale appartenente ad ogni formazione politica.
Mentre l’attuale Senato, assume una funzione tecnica/politica con
ruolo di rappresentanza (dei territori, delle parti sociali, della società
civile, ed altri) in commissioni, a supporto dei provvedimenti parlamentari.
IL PARLAMENTO SI ARTICOLA IN DUE FASI:
1)
Fase preliminare; vengono esplicate le prime funzioni
parlamentari esecutive
· Nominare il Presidente della Camera con
funzione a rotazione ogni sei mesi tra i partiti (come avviene con la presidenza a rotazione degli Stati membri del Consiglio
dell’UE).
· A seguito del dibattito politico,
elaborare e approvare il progetto politico nell’interesse del Paese a cui si dovrà
attenere il Potere Esecutivo.
· Coerentemente al progetto
politico viene deciso il numero complessivo dei Ministeri e l’area di competenza.
·
Proporre al Presidente della Repubblica:
- il Presidente del Consiglio dei Ministri spettante
alla componente politica che ha ottenuto il maggior consenso elettorale,
-la lista dei ministri, poiché l’esecutivo ha un
ruolo tecnico politico può avvalersi del contributo di personaggi qualificati provenienti
dalla società civile indicato dai partiti.
·
Il Capo dello Stato valuta
la fattibilità della proposta scaturita dal Parlamento
· Il Presidente del Consiglio e i ministri effettuano il
giuramento davanti al Capo dello Stato
· Dimissioni del governo provvisorio in carica
·
Il Parlamento elegge il Presidente della
Repubblica
·
Il parlamento nomina i
membri delle commissioni del Senato
2)
Il
Parlamento terminata la funzione
preliminare, inizia ad esercitare la funzione legislativa.
B) L’ESECUTIO (detto impropriamente governo) ha il compito di eseguire le decisioni politiche del
Parlamento
La Presidenza del
Consiglio dei Ministri spetta al partito che ha ottenuto il maggior numero di
voti.
Per la formazione dell’Esecutivo
concorrono democraticamente tutti i partiti rappresentati in parlamento.
Il consiglio dei
Ministri, sulla base del numero dei Ministeri deciso dal Parlamento, è nominato in modo
proporzionale alla presenza parlamentare.
In
questo quadro politico, l’attuale cosiddetta “sinistra tradizionale” ha
una grave responsabilità, in quanto, per il suo passato
storico, non è riuscita a farsi attrice di un vero rinnovamento,
basato sull’analisi storica del passato proiettata nell’attuale contesto
sociale. Si è impantanata nella
continua ricerca di una nuova identità di sinistra, pensando che bastasse cambiare
nome, un minimo di organizzazione e un capo con capacità oratoria e
l’organizzazione e la politica ripartiva, purtroppo si è dimostrato che non è
cosi.
Tuttavia
va riconosco il merito a Grillo di aver dato uno scossone all’attuale
sistema dei partiti. Grillo -che non è
un politico- ha avuto l’occasione di avere in mano un giocattolo incapace di
farlo funzionare, in quanto non ha un progetto politico,
funzionale a un’idea di società futura. Per un politico che non ha una visione del
futuro, è destinato a perdere. Ha limitato la forza del suo movimento,
definendolo alternativo al sistema a parole ma non nei fatti, cambiando molte
posizioni volta per volta, del resto a Grillo e Casaleggio inizialmente
interessava in modo particolare l’operazione di marketing con una percentuale
di consenso modesto mantenendosi sulla
linea di galleggiamento.
In
effetti non si conosce qual’è il progetto del M5S sul modello di società.
chiederlo a qualche sostenitore del M5S, con molto imbarazzo le risposte sono
evasive. L’unico progetto pubblico che si conosce è quello che si
dichiarano di essere onesti (e non è poca cosa) quindi legittimati a governare
da soli.
Dopo
il risultato elettorale sono costretti a riconsiderare quanto da loro sostenuto
precedentemente tenendo conto della realtà del sistema di cui ne sono immersi.
La
realtà nuova nella scena politica del M5s per mancanza di progetto di società e
per mancanza di esperienza politica, sta dimostrando sempre più di integrarsi
nel sistema anziché cambiare il sistema, sconfessare i principi intenzionali
iniziali contribuisce ad allungare l’agonia del nostro Paese.
In conclusione, al fine di carpire il
voto di una parte dell’elettorato, nella competizione elettorale, abbiamo
assistito al comportamento squallido dei politici, a chi la spara più grossa,
dimostrando il limite culturale incapaci di governare ma bravi a prendere il
potere.
Al punto in cui siamo arrivati, non è più sufficiente pensare di
cambiare mettendo la crocetta su di un foglio o indossare la camicia rossa o
nera. Nell’interesse del paese, occorre incidere sul sistema Istituzionale, la
politica dovrebbe ipotizzare seriamente un progetto
politico Istituzionale "Per una Terza Repubblica" simile a quanto è avvenuto nel 1946 con il
referendum “Monarchia o Repubblica”, la vittoria della Repubblica ha permesso di dare
nuove prospettive al Paese, a distanza di anni si può affermare che quella scelta giusta e necessaria
ha
ESAURITO LA
SUA SPINTA PROPULSIVA.
Per soddisfarei il principio fondamentale della
Democrazia tra chi dirige e chi controlla
Occorre strutturale nella forma ISTITUZIONALE la rappresentanza cittadina organizzata sul
territorio (Comitato Cittadino), in modo che i cittadini siano i protagonisti
principali dell’attività politica, con il riferimento determinante alla
.COSTITUZIONE. Garanzia di Civiltà e di Democrazia .
Certamente
il (progetto),
non è di facile comprensione, con il rischio di sembrare incomprensibile,
astratto o meglio utopistico, considerando inoltre che è originale e non ci
sono modelli del genere da prendere a riferimento, quindi occorrerebbe
approfondire i particolari per comprendere meglio lo (Strumento).
Non è
concepibile assistere all’agonia del nostro paese, vederlo scivolare lentamente
in un sistema con limitazione della democrazia (l’uomo forte, od altro).
In
conclusione, ho voluto esternare i miei convincimenti forse nell’illusione di
dare un contributo a trasformare la
nostra rabbia in vera e costruttiva soluzione politica.
Roma 10 Gennaio
2017
Giovanni CARBONE
In
primo luogo voglio ringraziare per l’attenzione dedicare al Primo Documento, vi
sarò grato se sarò onorato di una valutazione, comunicando anche alla mia
mail: giovanni-2010@alice.it
Inoltre,
se si è interessati a questo progetto, posso inviare il secondo documento con
note esplicative.
Se si ritiene opportuno sostenere
il progetto, può essere inviato ad altre persone interessate.
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